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CLARA MOSCHINI

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Eurozona, sono i servizi il motore della crescita

A ottobre, l'indice HcobPpmi del settore che comprende bar e ristoranti sale al massimo da 17 mesi

L’economia dell’eurozona ha registrato a ottobre la più forte espansione da maggio 2023, con una crescita accelerata e concludendo provvisoriamente la debole tendenza osservata nei primi nove mesi dell’anno. Questa forte ripresa ha ricevuto il sostegno dalle condizioni migliori della domanda poiché i nuovi ordini hanno indicato il più rapido ritmo di crescita in due anni e mezzo. Allo stesso tempo, e malgrado l’indebolimento delle previsioni per l’anno a venire, la crescita occupazionale è accelerata toccando un record in 16 mesi.

I dati arrivano dall'ultimo report di S&P Global pubblicato oggi e riferito ai dati raccolti tra il 9 e il 28 ottobre: il report evidenzia un Indice HCOB PMI della produzione composita dell’Eurozona a 52.5 da 51.2 di settembre, il valore massimo in 29 mesi. L'indice HCOB PMI dell’attività terziaria dell’Eurozona, quella che comprende le attività economiche che non producono beni materiali ma forniscono servizi (come commercio, turismo, alberghi, ristoranti, bar) è attestato a 53 dal 51.3 di settembre, valore massimo in 17 mesi. Il maggiore incremento della domanda di beni e servizi dell’eurozona in due anni e mezzo.

In merito ai prezzi, l’inflazione dei costi è rallentata per il secondo mese consecutivo, spingendosi ulteriormente al di sotto della media storica. 

Indice HCOB PMI della Produzione Composita

Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona ha continuato a segnalare una crescita dell’economia del settore privato, posizionandosi ad ottobre al di sopra della soglia di non cambiamento di 50 per il decimo mese consecutivo. In particolare, con 52.5, l’indice ha segnato un forte rialzo rispetto a 51.2 di settembre, toccando un record da maggio 2023 e concludendo il debole andamento di crescita osservato nel corso di quest’anno.

Dal punto di vista nazionale, gli ultimi indici PMI hanno mostrato un diffuso miglioramento delle condizioni economiche dell’eurozona. A ottobre, la Spagna, con un indice pmi della produzione composita a 56 ha superato tutte le altre nazioni e, con lieve margine, ha registrato un forte incremento dell’attività, peraltro il più rapido degli ultimi dieci mesi. 

La maggiore economia dell’eurozona, la Germania, ha contribuito sostanzialmente al rialzo della regione, con il più forte aumento dell’attività in quasi due anni e mezzo, attestando l'indice pmi a 53,9, il massimo in 29 mesi. Irlanda (indice pmi 53.7) e Italia (indice pmi 53.1) hanno entrambi registrato espansioni mensili forti e accelerate: la prima registra un indice al massimo da 5 mesi, il nostro Paese registra il massimo in 19 mesi. . 

Al contrario rispetto alle altre nazioni, il PMI composito francese si è mosso in controtendenza, scendendo a 47.7, il minimo in otto mesi e peggiorando quindi la sua caduta in territorio di contrazione. 

Servizi settore trainante

Analizzando i settori, si evince che la crescita dei nuovi ordini è stata interamente supportata dai servizi, poiché il volume dei nuovi ordini manifatturieri è risultato stagnante. Il maggiore aumento delle forze lavoro del terziario ha però mascherato i più rapidi tagli al personale avvenuti nel manifatturiero.

Sulle previsioni dei prossimi 12 mesi, i risultati dell’ultima indagine hanno mostrato che le aziende dell’eurozona hanno fiducia nella crescita. Detto ciò, il livello di ottimismo è lievemente diminuito, con le aziende manifatturiere e terziarie che hanno segnalato minore positività rispetto a settembre.

Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria

Ad ottobre, l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona è aumentato a 53, da 51.3 di settembre, indicando l’espansione più rapida della produzione in quasi un anno e mezzo. Il volume dei nuovi ordini ha indicato un forte aumento su base mensile. Nonostante l’ulteriore (seppure debole) riduzione del flusso delle commesse provenienti da clienti esteri, la crescita delle vendite è salita ai massimi in 17 mesi posizionandosi al di sopra della media di lungo termine.

Le aspettative del terziario per l’anno a venire sono state positive, anche se l’ottimismo è diminuito rispetto al record in 11 mesi di settembre. Le spese sostenute a ottobre dalle aziende terziarie dell’eurozona hanno indicato un forte aumento, anche se è il secondo mese consecutivo in cui il tasso di incremento rallenta, riportando il tasso complessivo dell’inflazione su valori in linea con la rispettiva media d’indagine. I prezzi di vendita dei servizi hanno indicato l’aumento più rapido da marzo.

“Finalmente sull’economia dell’eurozona si può di nuovo parlare di qualcosa di positivo -commenta Cyrus de la Rubia, chief economist presso la Hamburg Commercial Bank-. A ottobre, il settore terziario ha indicato un forte aumento. Quando si parla di nuovi ordini, è necessario tornare indietro a maggio dello scorso anno per trovare incrementi di simile portata. In uno scenario simile, le aziende terziarie hanno anche creato più posti di lavoro rispetto al mese precedente, offrendo quindi la speranza di una crescita sostenuta".

"Nel settore terziario -prosegue de la Rubia-, motore della crescita di ottobre è stato la Germania. Il salto in avanti dell’indice rispettivo, avanzato dipiù di tre punti e arrivato a 54.6, impressiona e più che controbilancia il declino francese, dove le tensioni politiche stanno affossando la volontà di spendere della gente. Nei prossimi mesi, non sarà facile mantenere alto questo forte slancio di crescita del settore terziario. In Francia aiuterebbe la stabilità politica, e l’approvazione del bilancio del 2026 sarebbe un passo nella giusta direzione. In Germania molto dipende da quanto il pacchetto di stimoli pianificati dal governo riesca a fornire ad aziende e famiglie adeguate motivazioni ad investire e spendere di più. L’inflazione dei costi del settore terziario è lievemente diminuita, ma quella sui prezzi di vendita è aumentata". 

"Al momento però -prosegue l'esperto- non ci sono segnali di diffusione delle pressioni inflazionistiche. E questo succede perché la crescita economica resta moderata e le dispute con gli Stati Uniti sui dazi stanno avendo conseguenze disinflazionistiche nell’eurozona, in parte a causa delle maggiori importazioni dalla Cina". 



Fc - 55035

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