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CLARA MOSCHINI

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Dimore Storiche: agricoltura e viticoltura fondamentali per sostenerle

Lollobrigida: "Modello da valorizzare e testimonianza viva della tradizione italiana"

Si è celebrata oggi presso il settecentesco Giardino di Pojega di Villa Rizzardi, a Negrar di Valpolicella, “Coltiviamo la Cultura 2025”, l’iniziativa dell’Associazione Dimore Storiche Italiane Ets (Adsi), promossa in concomitanza con la Giornata Nazionale dell’Agricoltura. Alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e del presidente di Adsi Maria Pace Odescalchi, l’evento ha rappresentato un importante momento di confronto sul legame profondo che unisce dimore storiche e mondo agricolo, nell’incantevole cornice della Valpolicella, territorio simbolo dell’eccellenza vitivinicola italiana.

Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato, le dimore storiche non sono solo custodi di cultura, ma anche motori economici attivi che contribuiscono in modo determinante alla vitalità delle campagne italiane, alla crescita occupazionale e alla salvaguardia dei paesaggi rurali. Per il 39% delle dimore che svolgono attività agricola, questa rappresenta oltre il 75% del reddito annuale, mentre nel 21% dei casi il valore si attesta tra il 50% e il 75%, a conferma del ruolo strutturale che l’agricoltura riveste per la sostenibilità economica delle dimore. La vitivinicoltura è al primo posto (25%) e la produzione autoctona di vino sale al 36% se si includono anche i soli viticoltori, seguita dalla coltivazione di cereali e dall’olivicoltura, entrambe a quota 21%.

Il legame tra vitivinicoltura ed enoturismo si conferma poi trainante: il 100% delle dimore con produzione di vino offre percorsi di degustazione e l’85% di esse ha registrato, solo nell’ultimo anno, un aumento delle visite, per un terzo delle dimore in misura addirittura superiore al 30%. A dimostrazione del nesso fra patrimonio culturale e produzione enogastronomica, basti pensare che il 34% delle aziende vitivinicole italiane afferisce a una dimora storica. Infine, le dimore con produzione agricola destinano in media il 25–30% della produzione ai mercati esteri, a ulteriore testimonianza del loro ruolo chiave come testimoni dell’eccellenza del Made in Italy.

"Le dimore storiche italiane sono testimonianze vive del nostro passato e al contempo palcoscenici autentici dell’agricoltura, del gusto e della tradizione. Sono un patrimonio italiano da custodire per far vivere, a chi non può farlo quotidianamente, il legame profondo tra l’uomo, la terra e il tempo e bisogna valorizzarle anche per promuovere un modello di sviluppo fondato sulla qualità, sulla sostenibilità e sulla bellezza e - al tempo stesso - diffondere nel mondo il vero spirito del made in Italy agricolo e culturale. È nelle radici che riconosciamo la forza dell’Italia che produce, custodisce e accoglie", ha dichiarato il ministro Lollobrigida.

"Il patrimonio culturale privato non è soltanto una testimonianza della nostra storia, ma un motore vivo di economia, cultura e coesione sociale", ha detto Maria Pace Odescalchi, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. "Le dimore storiche sono un ponte tra passato e futuro, presìdi identitari che tengono unite comunità e territori e contribuiscono in modo significativo all’occupazione e alla vitalità delle aree rurali. In particolare nei piccoli comuni che le ospitano, le dimore rappresentano un presidio attivo dei paesaggi agricoli e delle pratiche sostenibili, alimentando la crescita economica e sociale delle comunità locali. Le dimore storiche si rivelano così non solo custodi di bellezza e memoria, ma anche attori dinamici di un’economia sostenibile e territoriale che integra cultura, agricoltura e turismo, valorizzando i prodotti più autentici del Made in Italy e l’attrattività delle aree rurali".

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