Preoccupazione per i dati Istat sulla fiducia di consumatori e imprese
Quadro ambivalenmte ma depressivo per i consumi. Unc parla già di "Natale in bianco"
Fa discutere ma soprattutto solleva preoccupazione il dato Istat divulgato oggi sulla fiducia che a novembre scende da 97,6 a 95 (leggi notizia EFA News). Secondo il direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, "il dato di novembre sulla fiducia di famiglie e imprese evidenzia una sorta di separazione tra sentiment delle imprese, in via di consolidamento, e mood dei consumatori, in pericolosa regressione. Anche se le interviste si sono svolte prima dell’inizio della Black Week, e quindi non incorporano pienamente la percezione favorevole di apertura della più importante stagione degli acquisti, dal Black Friday ai consumi di dicembre e, passando per il Natale, con approdo ai saldi invernali, il segnale proveniente dalle famiglie non è dei più rassicuranti".
"Sensazioni, queste - ha aggiunto Bella - in netta controtendenza con le indicazioni degli imprenditori, in particolare di quelli operanti nel turismo e nel commercio al dettaglio, i quali mostrano apprezzabili segnali di recupero della fiducia con attese favorevoli per le dinamiche della domanda nei mesi finali dell’anno".
Confesercenti
Secondo Confesercenti, "il clima di fiducia di novembre rilevato da Istat ci restituisce un quadro ambivalente: per i consumatori si registra quasi un mini-crollo dell’indice, 2,6 punti in un mese, che lo posizionano al punto più basso dell’anno (95,0), insieme allo scorso mese di marzo. Un dato che rischia di addensare nubi proprio sui consumi di Natale, con le famiglie che continuano ad essere prudenti e a cercare il risparmio, come testimonia l’interesse per il Black Friday sempre più entrato nelle abitudini di consumo degli italiani".
"Sul fronte delle imprese - aggiunge Confesercenti - si assiste invece al terzo incremento consecutivo, come rileva l’Istituto di statistica, aumento che diventa particolarmente rilevante, seppure in presenza di un andamento altalenante e dunque incerto, per i servizi turistici (+5,2) e per il commercio al dettaglio, sia relativamente alla grande dimensione (2,1) che alla piccola (+2,6). A trainare sono sempre le attese sulle vendite, per quanto nel commercio ci sia una valutazione positiva sulle vendite in corso: un rilevamento positivo abbastanza ‘fisiologico’, con l’arrivo del Black Friday e soprattutto con il Natale alle porte".
Federconsumatori
"Non sorprende, purtroppo, la nuova caduta della fiducia dei consumatori commenta Federconsumatori - Non capiamo come potrebbe essere diversamente in una situazione in cui le condizioni delle famiglie peggiora di giorno in giorno e non c’è nessun provvedimento all’orizzonte per migliorarle.
Basta citare pochi dati - sostiene la confederazione - per fotografare con precisione il contesto in cui ci troviamo:
- da recenti studi dell’Istituto di statistica è emerso che, rispetto al 2019, i prodotti alimentari costano, oggi, in Italia, quasi un terzo in più;
- sempre l’Istat rivela che una famiglia su tre ha tagliato la propria spesa alimentare;
- ancora l’Istat ha recentemente reso noto come le retribuzioni contrattuali in termini reali a settembre 2025 restino al di sotto dell’8,8% ai livelli di gennaio 2021;
- oggi Svimez rende noto che dal 2021 al 2025 i salari reali italiani hanno perso potere d’acquisto, con una caduta più forte nel Sud: -10,2% contro -8,2% nel Centro-Nord".
"A questo - prosegue Federconsumatori - si aggiungono i dati sulle rinunce che, con il nostro Osservatorio Nazionale, denunciamo da tempo: con una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); l’incremento della tendenza a ricercare offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); l’aumento della spesa presso i discount (+12,1%)".
"Dati che - aggiunge l'associazione - dimostrano in maniera lampante come le famiglie continuino a vivere una situazione di forte difficoltà, con redditi fermi e prezzi che si mantengono su livelli ancora troppo elevati. Tale dinamica fa crescere divari e disuguaglianze: impoverisce sempre di più i redditi medi e spinge verso la povertà i nuclei più fragili, alimentando fenomeni sempre più allarmanti come povertà alimentare e povertà energetica, anche in famiglie in cui il lavoro non manca, ma è diventato una fonte di reddito insufficiente a far fronte alle spese quotidiane".
"È necessario - conclude Federconsumatori - un intervento deciso e immediato da parte del Governo per arginare questa situazione e dare risposte ai cittadini, purtroppo non troviamo traccia in manovra in questa direzione. Al posto di ventilati aumenti sulle assicurazioni e provvedimenti marginali vorremmo leggere misure per:
- la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
- la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
- lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e per il diritto allo studio;
- una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i bassi redditi e i redditi medi, e non a incrementare le disuguaglianze, nonché la restituzione a tutti i pensionati e lavoratori dipendenti quanto pagato più del dovuto a causa del fiscal drag".
UNC, Unione nazionale consumatori
Sulla stessa linea l'Unione Nazionale Consumatori. Il presidente Massimiliano Dona parla senza mezzi termini di "un Natale in bianco" definendo le prossime festività alla, luce dei dati Istat. "Dopo il dato positivo di ottobre, crolla la fiducia proprio con l'approssimarsi delle feste, con il rischio di una possibile gelata sui consumi di Natale - spiega Dona - Crollano, infatti, sia il giudizio che le attese sulla situazione della famiglia, rispettivamente di 3,5 e di 4,4 punti percentuali. Come se non bastasse, scendono anche le opportunità attuali di acquistare beni durevoli, ossia proprio quei prodotti che tipicamente si acquistano a Natale. Se a questo si aggiunge che a novembre è scattato anche il bonus elettrodomestici, il quadro diventa sconfortante e attesta la gravità della situazione, con i consumi al palo e la crescita asfittica del Pil, tendenze contro le quali la manovra di bilancio di quest'anno non fa nulla, dato che il 62,2% delle risorse aiuterà il 20% più ricco della popolazione, come attestano i dati Istat".
EFA News - European Food Agency