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CLARA MOSCHINI

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Como, scattano regole "sovietiche" per i dehor

Arredamenti grigi per bar e ristoranti, meno suolo pubblico e ombrelloni solo bianchi: rivolta dei commercianti

Quel ramo del Lago di Como ha dei problemi. No, non sono economici, non sono sociali, non sono sanitari. Sono problemi cromatici. Questo, almeno stando a quanto ha deciso il sindaco Alessandro Rapinese che, evidentemente parecchio preoccupato per il decoro della sua località così nota nel mondo, ha emanato un nuovo regolamento comunale che disciplina l’occupazione del suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi, ossia bar, ristoranti e locali con dehors. E anche se l'intenzione era quella di mettere ordine negli spazi urbani, alla fine ne è risultata una serie di diktat, ancor prima che di restrizioni, che hanno scatenato la pronta reazione (negativa) degli addetti ai lavori.

Il nuovo regolamento prevede una drastica riduzione dell'occupazione di suolo pubblico che, per i dehor di bar e ristoranti, non potrà superare due volte la superficie interna del locale, con un limite massimo fissato a 90 metri quadrati, quindi dimezzato rispetto al limite attuale. Una riduzione significativa degli spazi esterni soprattutto per le attività che hanno ampie aree esterne. Nel centro storico, poi, sarà vietato utilizzare gli spazi sotto i portici: in questo caso l’obiettivo è quello di migliorare la fruibilità pedonale.

A scatenare le polemiche, però è soprattutto la parte del nuovo regolamento che riguarda il nuovo look dei dehor: il regolamento, infatti, impone che i mobili siano di colore grigio antracite, comprese le fioriere, i porta menù e altre strutture simili. Gli ombrelloni devono essere rigorosamente bianco perla, mentre le tovaglie dovranno essere monocolore. Sono espressamente vietati divanetti, paraventi, panchine, cestini e altre decorazioni.

La volontà dell'amministrazione è quella di rendere più uniforme e armoniosa l'estetica degli spazi pubblici, va bene, è che forse Rapinese e i suoi si sono fatti prendere un po' troppo la mano, soprattutto con quel colore, grigio antracite, che caratterizzerà il mobilio di bar e ristoranti. Una cosa che, ai clienti più age, richiama alla mente il colore delle facciate degli edifici dell'Unione sovietica, della cortina di ferro, tutti uguali e tutti grigi, come i loro abitanti. 

Non tutti, però, a dire il vero, sono contrari. La politica locale si è divisa: alcuni partiti hanno sostenuto il provvedimento come necessario per tutelare il decoro urbano, altri lo hanno definito un "colpo mortale" per le attività economiche già in difficoltà. Più praticamente, per molti commercianti queste restrizioni sono eccessive e difficili da applicare. Le critiche al regolamento sono arrivate soprattutto da Confcommercio che considera soprattutto i costi elevati per adeguarsi alle nuove disposizioni. Ha suscitato parecchi malumori fra i commercianti, la decisione di accelerare i tempi senza un dibattito pubblico. 

Il regolamento comunque sarà esaminato dalla commissione consiliare: dovrà poi passare al voto del consiglio comunale a gennaio. Non sarà facile per l'amministrazione arrivare a un punto di accordo: la città si trova a decidere se applicare regole più rigide per tutelare l’aspetto estetico del centro storico o se trovare un compromesso che non penalizzi le imprese locali già in difficoltà. Con quel grigio da politburo a fare da spartiacque.

Fc - 56202

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