It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Peste suina, gli sforzi per arrivare al vaccino

Tema al centro della giornata della suinicoltura

Siamo una grande famiglia innamorata del buon cibo. La nostra ricetta? Valorizzare la filiera agricola italiana e attenzione all'ambiente. Scopri il nostro impegnoSiamo una grande famiglia innamorata del buon cibo. La nostra ricetta? Valorizzare la filiera agricola italiana e attenzione all'ambiente. Scopri il nostro impegnoAdvertisement

La peste suina africana (Psa), sarà protagonista della Giornata della Suinicoltura che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, si terrà come web conference mercoledì 2 dicembre a partire dalle ore 17. L’evento, giunto alla sua sesta edizione, è organizzato dalla Expo Consulting di Bologna e rappresenterà un’occasione per avere, da scienziati ed esperti del settore, tutte le informazioni più attuali e circostanziate su un tema che preoccupa il comparto suinicolo italiano, soprattutto oggi con i recenti focolai esplosi in due regioni della Germania, Sassonia e Brandeburgo (vedi articolo EFA News del 5-11-20). La malattia non contagia l'uomo, ma è letale per i suini suini che, senza cure adeguate, possono solo essere abbattuti.

Francesco Feliziani, responsabile di laboratorio del centro di referenza per le pesti suine presso l’istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche (Izsum) ha parlato di una corsa contro il tempo nella ricerca di un vaccino, che vede impegnato il mondo scientifico internazionale. A iniziare dall’Europa, dall'ottobre dello scorso anno impegnata in un progetto quadriennale per il quale la commissione ha stanziato 10 milioni di Euro, che oltre all’Izsum coinvolge altri 19 partner, concentrati sullo studio di 3 vaccini di cui 1, in particolare, in fase sperimentale.

José Manuel Vizcaino, docente presso la facoltà di medicina veterinaria all’università di Madrid e direttore del laboratorio di riferimento per la peste suina africana presso l’Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie), ha affermato: "A livello mondiale la Psa ha colpito quattro continenti per un totale di 50 paesi e attualmente il 78% della popolazione suinicola mondiale ne è minacciata. Tutti i più importanti centri di ricerca scientifici internazionali stanno lavorando alla realizzazione di un vaccino, ma allo stato attuale è molto difficile pensare che se ne potrà individuare uno globale soprattutto a causa dell’estrema variabilità del virus. L’obiettivo è naturalmente quello di poter arrivare a produrne uno efficace e sicuro a cui unire una strategia di vaccinazione adeguata ai vari scenari epidemiologici, includendo la fauna selvatica potenzialmente contagiata". 

Attualmente si prevede che la diffusione della Psa avanzerà ancora in Europa e in Asia, ma si teme possa arrivare anche in America, fino a oggi risparmiata. Dopo gli effetti dell’epidemia che nel 2018 ha colpito la Cina, dove la Psa ha causato l’abbattimento di oltre 220milioni di suini, gli analisti ritengono che per recuperare i numeri produttivi antecedenti l'epidemia, il paese del Dragone avrà bisogno di almeno 5/6 anni, mentre la produzione in Europa e negli Stati Uniti non dovrebbe registrare aumenti particolarmente significativi. "Nell’attesa di poter arrivare in tempi ragionevoli a disporre di un vaccino le uniche armi che abbiamo a disposizione per difendere i nostri allevamenti dalla Psa sono rappresentati dall’adozione delle massime misure di biosicurezza, ma soprattutto dall’attenzione ai mezzi di trasporto che provenendo dall’estero trasportano animali vivi e dal contenimento dei cinghiali che devono essere tenuti il più possibile lontano dalle porcilaie”, conclude Vizcaino.

hef - 14909

EFA News - European Food Agency
Related
Similar