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CLARA MOSCHINI

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Prosciutto San Daniele: export al 19%

Le principali mete estere della Dop friuliana sono Francia, Germania, Stati Uniti e Australia

In controtendenza su un settore da tempo in crisi, il Prosciutto San Daniele Dop tiene botta. A rivelarlo è Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, in una dichiarazione sul sito ufficiale della Dop friulana. "Nei primi otto mesi di quest’anno le quantità di affettamento sono sugli stessi livelli degli anni precedenti, questa è una conferma immediata delle buone performance”, spiega Cicchetti, con riferimento a una quota export che, nel 2023, si è attestata al 19%.

Le principali mete del Prosciutto San Daniele sono Francia, Germania, Stati Uniti e Australia. "In particolare, queste due ultime mete oltreoceano prediligono il disossato e il preaffettato", afferma ancora il direttore generale, dicendosi particolarmente soddisfatto del mercato australiano che, "seppur agli antipodi geograficamente", mostra esportazioni "costanti”. 

“Essere Dop", prosegue Cicchetti, "è garanzia del legame con il territorio e con le persone impegnate nella produzione. Siamo una filiera tutta italiana composta da circa 30 aziende: poco più del 50% è rappresentato da grandi gruppi industriali, ai quali si aggiungono una decina di aziende familiari locali e altre aziende di medie dimensioni monoproduttori. Il legame con l’ambiente e con il contesto socio-economico della zona di San Daniele è forte, imprescindibile. Come Consorzio sosteniamo ogni singola realtà associata e lavoriamo insieme con dinamismo e sinergia”.

Con riferimento a un problema d'attualità, particolarmente sentito in ambito agro-zootecnico, il direttore generale della Dop dice: “Non abbiamo vissuto stravolgimenti climatici ma sappiamo che qualcosa cambierà presto, per esempio in agricoltura. Siamo consapevoli che occorre essere pronti a gestire il cambiamento”.

Uno sguardo, quindi, all'innovazione: "Non consideriamo l’introduzione della tecnologia come una contraddizione. La lavorazione resta naturale, semplice, mentre le innovazioni più avanzate sono applicate per aumentare la qualità e la sicurezza degli impianti, per un’energia più efficiente e per migliorare la tracciabilità, dalla materia prima alla vendita”. In particolare, l'introduzione del QR Code sull'etichetta rappresenta "un sistema di tracciamento digitale, un codice univoco e sempre diverso, che fornisce informazioni al consumatore e trasparenza su ogni fase di lavorazione”.

Ciò chi più incide sulla produzione e sulle vendite, secondo il direttore generale del Consorzio, sono i costi di produzione derivanti anche dalle instabilità geopolitiche e, di conseguenza, i trend di consumo. “Contiamo però sull’alta qualità e sull’unicità dei nostri prodotti che sono naturalmente sostenibili”, conclude quindi Cicchetti.

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EFA News - European Food Agency
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