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CLARA MOSCHINI

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Eurozona, recupero marginale dell'attività economica

L'indice Pmi composito a giugno resta invariato a 50.2: prosegue la crescita del terziario

La prima metà del 2025 è terminata con il settore privato dell’eurozona che è riuscito a segnare una crescita della produzione, come segnalato dai dati previsionali dell’indagine PMI di giugno. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione dell’eurozona, redatto da S&PGlobal, con il valore di 50.2 di giugno, invariato da maggio (a sua volta, però, in calo da 50.4 di aprile), si è posizionato al di sopra alla soglia di non cambiamento di 50.0 per il sesto mese consecutivo, "prolungando però -spiega S&P Global- una tendenza di crescita solo marginale dell’attività economica che osserviamo per gran parte dell’anno in corso".

Produzione e domanda

Il complessivo incremento si è di nuovo concentrato sul settore manifatturiero, dove la produzione è aumentata per il quarto mese consecutivo. Detto ciò, il tasso di espansione di giugno è stato lieve, e rallentato ai minimi in tre mesi. Allo stesso tempo, alla fine della prima metà dell’anno e dopo il primo calo in sei mesi di maggio, l’attività economica terziaria è rimasta invariata.

La Germania, dopo il calo modesto dell’attività di maggio, ha indicato una nuova espansione, segnando però una crescita solo marginale. Su un altro fronte, la Francia ha di nuovo indicato una riduzione della produzione, estendendo l’attuale sequenza dicalo a dieci mesi. "Il resto dell’eurozona -aggiunge il bollettino Pmi Flash- ha continuato a registrare incrementi dell’attività, indicando però i più lenti tassi di crescita da novembre scorso". 

Le commesse ricevute dai servizi si sono marginalmente ridotte. I dati relativi agli ordini esteri (incluso il commercio intra-eurozona) sono grossomodo simili a quelli degli ordini totali, segnando un modesto calo ma al tasso più debole da aprile 2022. 

Occupazione

In linea con i dati relativi all’attività economica, gli organici dell’eurozona di giugno hanno di nuovo indicato un marginale rialzo allo stesso tasso di maggio. In questo caso, però, la crescita è stata guidata dal terziario, settore in cui i posti di lavoro sono lievemente aumentati. La forza lavoro manifatturiera ha nel frattempo registrato un forte calo e ad un tasso più rapido di maggio. 

Prezzi

Il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto di giugno è rallentato per il quarto mese consecutivo, registrando il valore più debole da novembre. Quest’ultimo aumento dei costi è inoltre stato il più debole della media di serie. La continua forte inflazione del settore terziario è stata controbilanciata dal terzo calo mensile consecutivo dei prezzi di acquisto del manifatturiero. Le contrastanti tendenze dei due settori si osservano anche nei prezzi di vendita: le aziende terziarie hanno aumentato le loro tariffe in modo elevato e al tasso più rapido in tre mesi, mentre il manifatturiero le ha diminuite per il secondo mese consecutivo. 

Prospettive future

A giugno, i dati registrano un miglioramento della fiducia, con l’ottimismo al valore più alto da gennaio. Tale rafforzamento è alimentato dal settore terziario, il cui livello di fiducia ha segnato un picco di rialzo in quattro mesi restando però più debole rispetto alla media di serie. Rispetto ai servizi, l’industria manifatturiera dell’eurozona ha mostrato prospettive sugli affari più positive per i prossimi 12 mesi, anche se il livello di ottimismo è sceso dal record in 39 mesi di maggio. 

"L'economia dell'eurozona sta faticando a prendere vigore: infatti, da sei mesi la crescita è minima, con un'attività stagnante nel settore dei servizi e un aumento della produzione manifatturiera solo moderato -commenta Cyrus de la Rubia, chief Economist presso Hamburg Commercial Bank-. È improbabile che l’evidente slancio nel dato ufficiale di crescita dello 0,6% del primo trimestre si protragga anche nel secondo. Non bisogna tuttavia rassegnarsi: secondo l’indagine, infatti, le prospettive sono migliorate e le aziende mantengono l'occupazione più o meno costante". 

"A giugno -prosegue de la Rubia-, i tempi di consegna si sono allungati. Considerata la debolezza dei nuovi ordini e una crescita solo moderata della produzione, lo si può collegare, tra l'altro, alle nuove crisi geopolitiche e alla politica tariffaria degli Stati Uniti in continuo cambiamento. Entrambi i fattori stanno rendendo più difficile la gestione della catena di distribuzione, ma nel complesso, l'indice dei tempi medi di consegna mostra che la maggior parte delle aziende è relativamente in grado di adattarsi all'incertezza e che finora non si sono verificate gravi interruzioni".

"Per la BCE -aggiunge l'esperto-, lo scenario dei prezzi dei servizi continua a mostrare lievi tensioni. Le aziende stanno ancora facendo i conti con il significativo aumento dei costi che a giugno ha di nuovo generato un lieve rialzo dei prezzi di vendita rispetto al mese scorso. La maggiore inflazione nel settore dei servizi è in parte compensata dalla deflazione del manifatturiero. In tutto ciò, i prezzi energetici assumono un ruolo importante. Fino a poco tempo fa, erano ancora in calo, ma dopo il conflitto tra Israele e Iran sono aumentati notevolmente. Nel complesso, tuttavia, la BCE può rimanere relativamente tranquilla, poiché l'euro forte e l'effetto deflazionistico dei dazi statunitensi si oppongono ad un aumento dell’inflazione a breve termine”.

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EFA News - European Food Agency
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