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CLARA MOSCHINI

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Legacoop lancia il Manifesto della Dieta Mediterranea

La visione cooperativa per un futuro sano e giusto per chi produce e per chi consuma

Mettere nero su bianco la visione della filiera agroalimentare di Legacoop e il ruolo della cooperazione nel mondo agroalimentare e della pesca. Una visione univoca dove non ci sono contrapposizioni tra chi produce e chi vende. Tutto in dieci punti, quelli di un manifesto unico nel suo genere: il Manifesto Cooperativo di Legacoop della Dieta Mediterranea. Il documento è stato presentato in occasione della Biennale dell'Economia Cooperativa di Legacoop, che si è tenuta presso la Sala Cinese dell'Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Agraria, a Portici: l'evento è stato realizzato con il contributo di Legacoop Campania, Legacoop Agroalimentare, Cooperare con Libera Terra, Ancc Coop, Ancd Conad, Legacoop Produzione e Servizi e Legacoop Sociali,con il contributo di Coopfond e Foncoop e in partnership con Future Food Institute, Centro Studi Dieta Mediterranea Angelo Vassallo e Comune di Pollica.

"È il frutto di un lavoro collettivo, che nasce da un'esigenza chiara: affermare che la Dieta Mediterranea non è solo una pratica alimentare, ma una visione di società. Una visione che mette insieme salute, giustizia sociale, sostenibilità ambientale, coesione economica e qualità del lavoro. Ed è una visione che trova nella cooperazione un attore naturale e coerente" afferma Sara Guidelli, direttrice generale di Legacoop Agroalimentare, che ha presentato il Manifesto.

In un'epoca in cui il dibattito sul cibo spazia dalla sostenibilità alla giustizia sociale, emerge un manifesto audace, articolato in dieci principi fondamentali, che "si propone come una vera e propria agenda di trasformazione per il nostro sistema alimentare e i territori" ha detto Guidelli.

Questo documento, promosso da Legacoop non vuole essere soltanto una dichiarazione d'intenti, ma una roadmap concreta per un futuro in cui il cibo sia realmente un diritto universale e un motore di benessere collettivo. "Si propone -continua la direttrice generale- come uno strumento di lavoro comune per costruire alleanze e promuovere una società più coesa, giusta e sana. È un invito all'azione, dimostrando come il modello cooperativo possa essere un pilastro fondamentale per un futuro alimentare più equo e sostenibile", .

I dieci punti del Manifesto 

Al centro c'è la dignità, che garantisce l'accesso a cibo sano e giusto, prodotto senza sfruttamento, e l'equilibrio della Dieta Mediterranea come stile di vita sostenibile. La mutualità tra cooperative rafforza i legami sociali ed economici sui territori, mentre la tutela dell'identità italiana valorizza le eccellenze e i paesaggi rurali.

Il manifesto promuove un'alleanza etica lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola, per contrastare gli sprechi e distribuire equamente il valore. La consapevolezza alimentare, attraverso l'educazione, forma cittadini informati. L'inclusione è garantita combattendo il caporalato e integrando chi è ai margini, mentre il presidio dei territori difende l'agricoltura sostenibile anche nelle aree più fragili. Infine, l'innovazione guida la transizione ecologica e la competitività, e la partecipazione democratica crea reti vive tra imprese, istituzioni e cittadini. "Questo manifesto non è solo un'idea, ma un piano concreto per un futuro alimentare più equo, sano e sostenibile", sottolinea Guidelli.

Simone Gamberini presidente Legacoop ha tenuto a ribadire che questa dedicata alla "filiera agroalimentare si colloca come una delle tappe fondamentali del cammino verso la Biennale della Cooperazione 2026", che si terrà a Milano. Perché "quella agroalimentare è una filiera strategica, che attraversa il Paese dal campo alla tavola. Una filiera che genera lavoro, valore, cultura e salute". Il sistema cooperativo di Legacoop "è l'unico movimento in grado di rappresentare tutti i pezzi della filiera agroalimentare. Dalla produzione alla trasformazione, fino alla distribuzione e al consumo consapevole". E dimostra "che è possibile fare impresa generando valore economico e allo stesso tempo responsabilità sociale, coesione e sviluppo sostenibile". 

Con "questa visione abbiamo costruito il Manifesto cooperativo della Dieta Mediterranea, che non è solo la difesa di un patrimonio culturale, ma una proposta concreta per un modello di sviluppo sano, giusto, partecipato. Perché la Dieta Mediterranea, letta attraverso la cooperazione, è salute, lavoro dignitoso, educazione, biodiversità, inclusione, alleanza tra chi produce, trasforma, distribuisce, cucina e consuma.

"Quello che abbiamo voluto lanciare è un futuro con una visione condivisa, aperta, cooperativa. Un manifesto che tiene conto di temi che stanno alla base della filiera agroalimentare, a partire dal reddito adeguato degli agricoltori e dei pescatori, degli scambi commerciali equi, della cura e della vocazione del territorio, del benessere psicofisico delle persone, della cultura e della storia, della cucina italiana", ha detto Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, e durante la quale è stato presentato il Manifesto.

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