Dazi/10. Confcommercio, l'Ue cede il 15% per salvare l'export
Secondo l'organizzazione, per le imprese europee, italiane incluse, il colpo è sensibile ma non paralizzante

"Per le imprese europee, italiane incluse, il colpo è sensibile ma non paralizzante. Il cambio forte del dollaro amplifica l’impatto, ma lo scenario peggiore, un 30% generalizzato in assenza di accordo, è stato evitato". è questo il commento di Confcommercio all'accordo sui dazi concluso ieri (leggi notizia EFA News). "Dal 1° agosto, sulle merci esportate negli Stati Uniti si applicherà un dazio medio del 15%: non è lo zero inizialmente auspicato -sottolinea Confcommercio-, né il 10% su cui Bruxelles aveva tentato di convergere. Ma è abbastanza per evitare la guerra commerciale con il principale partner economico dell’Unione. Tokyo ha accettato la stessa aliquota pochi giorni fa".
Alcune stime, sottolinea Confcommercio in un comunicato, parlano di un impatto sul pil dell’Eurozona pari a -0,2%, che salgono a -0,3% per economie più esposte come Germania e Italia. Il dazio del 15% assorbe quelli precedenti e si applicherà alla gran parte delle categorie merceologiche". L’automotive, oggi colpito da un prelievo del 27,5%, beneficia di uno sconto netto, come già concesso al Giappone. Più incerta la posizione della farmaceutica, ancora oggetto di negoziazione. Per acciaio e alluminio resta in vigore la barriera del 50%, anche se in prospettiva si discute un possibile meccanismo di quote
"L’accordo commerciale tra Usa e Ue -commenta Confcommercio- costituisce, come ha commentato la presidente Ursula von der von der Leyen, un fattore di 'certezza in tempi incerti' (leggi notizia EFA News). Bene, dunque, avere scongiurato la prospettiva di guerre commerciali tra le due sponde dell’Atlantico e, come evidenziato nella nota a firma congiunta del presidente Meloni e dei vicepresidenti Salvini e Tajani (leggi notizia EFA News), l’avere garantito stabilità a 'due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro'".
"Si tratta -prosegue la nota di Confcommercio- di un accordo complesso e che andrà valutato con attenzione, anzitutto per chiarire se la soglia dei dazi livellati al 15% sulle merci europee esportate negli Stati Uniti sia ricomprensiva dei dazi preesistenti. Il 'costo' dell’accordo è, comunque, rilevante. Oltre ai dazi, si prevedono, infatti, impegni europei ad acquisti di energia dagli USA per 750 miliardi di dollari, ad investimenti aggiuntivi negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari e ad importanti acquisti di sistemi di difesa mentre il compromesso in sede di G7 ha, intanto, esonerato le multinazionali con capogruppo negli Usa dalla global minimum tax".
"Quanto all’Italia -aggiunge Confcommercio-, le prime stime segnalano, per il 2025, un impatto diretto dei dazi al 15% a danno del nostro export ricompreso nell’ordine di 8/10 miliardi di euro: impatto cui bisogna aggiungere gli effetti della svalutazione del dollaro. Il tutto in uno scenario di incremento globale delle tariffe commerciali che rende ancora più complessa la ricerca di opportunità su altri mercati esteri, soprattutto per le pmi esportatrici. Dollaro debole e riduzione del reddito globale incideranno, inoltre, sul nostro turismo, la cui componente incoming (52 miliardi di euro nel 2023) costituisce una delle principali voci attive della bilancia italiana dei pagamenti".
"Si tratta, ora -conclude Confcommercio-, di reagire con determinazione, facendo leva sulle peculiari caratteristiche di qualità di tanta parte del nostro export e sulla sua conseguente maggiore resilienza rispetto alle variazioni dei prezzi, anche attraverso misure di sostegno. Inoltre, è davvero il momento di puntare sul rafforzamento della competitività e del mercato interno: in Europa, debito comune per il finanziamento di investimenti in beni pubblici europei (sicurezza, energia, reti infrastrutturali, intelligenza artificiale) e mobilitazione del risparmio anche attraverso l’Unione del mercato dei capitali; nel nostro Paese, compiuta messa a terra del PNRR, sostegno agli investimenti ed avanzamento del processo di riforma del sistema fiscale".
EFA News - European Food Agency