A Vieste la nona edizione de La Settimana dell’Olio
Torna il format dedicato agli oli EVO del Gargano. Tra ospiti internazionali e previsioni per la campagna olearia

Formula che vince non si cambia. Torna a Vieste, in provincia di Foggia, “La Settimana dell’Olio”, l’ormai tradizionale appuntamento con gli evo di qualità del Gargano, in programma fino al 28 agosto. Giunta alla sua nona edizione, la kermesse mira a valorizzare l’oro verde locale, prima voce dell’agrolimentare del promontorio pugliese, area di maggiore produzione della provincia, con un minimo di 80 e un massimo di 150 piante per ettaro, 40 frantoi e circa 16mila tn di olive raccolte nelle ultime campagne olearie. E lo fa con un calendario fitto di appuntamenti, tra masterclass, visite in frantoio, degustazioni sui trabucchi, laboratori di assaggio per i bambini (come l’originale Bruschetta vs Merendina) e incontri con sommelier dell’olio, cuochi e panificatori d’eccellenza. Ma anche meditazioni tra gli uliveti secolari, sotto la guida di Nerina Di Nunzio. A presidiare l’evento sedici olivicoltori locali (Agri-Costella, Olio della Valle, Le Fronde, Purofiore, Tenute Il Mandrione, Latorre Paolo, Valle degli Ulivi, Oliveto Medina, Primofiore, Antichi Ulivi, Fratelli Spina, I Tesori del Sud, Oleificio San Luca, Pupillo Pierpaolo, Luca Lopriore, Oleum mio) presenti ogni sera a Marina Piccola al Mercatino dei Produttori.
Ma quali le novità dell’edizione 2025? “Senza dubbio l’apertura al confronto internazionale”, spiega Sabrina Pupillo, tecnologa alimentare e direttrice organizzativa dell’evento. “Grazie all’incontro con una rappresentanza di giornalisti lituani sarà possibile evidenziare il recente interesse dei Paesi Baltici per l’olio evo e i suoi aspetti salutistici e, al tempo stesso, far conoscere ai produttori nuovi sbocchi di mercato. Si parlerà anche del DDL depositato lo scorso giugno per l’istituzione di un marchio “Olio EVO 100% italiano di alta qualità” (destinato a definire valori chimici molto più restrittivi rispetto al classico extravergine ndr). Fondamentali poi gli incontri con la FIOI (Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti) e con imprenditori pugliesi ma non garganici come Intini e De Carlo, realtà impegnate da anni nella produzione di oli biologici e DOP :e farci spiegare così come arrivare ai loro livelli”. Visto che la mission de “La Settimana dell’Olio” è non solo informare i consumatori ma anche suggerire agli imprenditori locali percorsi di crescita per migliorare le proprie produzioni.
E proprio le produzioni certificate rimangono la nota dolente del comparto Garganico: visto che sebbene lo Sperone d’Italia rientri nell'areale dell’olio Dauno Dop, sottozona Gargano, e dell'IGP Puglia, gli oli a denominazione protetta sono poco conosciuti e ancor meno acquistati dal pubblico locale. E questo nonostante i prezzi all’ingrosso siano quest’anno molto simili, con la piazza di Foggia che quotava lo scorso fine luglio l’olio EVO a 9,38 €/Kg e l’olio dop dauno a 9,60 €/Kg (FONTE ISMEA): differenziale ridotto generalizzato, secondo uno studio NOMISMA dello scorso aprile, dovuto alla scarsità dell’offerta combinata con l’inflazione.
“La situazione sta però lentamente migliorando”, spiega ancora Pupillo. “Il successo di oli come il De Carlo DOP Terra di Bari e l’IGP Puglia testimonia le maggiori opportunità offerte dalle certificazioni: perché se un olio non è DOP o IGP le località Puglia o Gargano non possono essere citate. Viene meno quindi la comunicazione del territorio: e per questo occorre ancora lavorare”.
Regina anche quest’anno della kermesse l’ogliarola garganica, cultivar d’eccellenza del promontorio (rappresentando il 70% della produzione locale, seguita da un 20% di coratina e un 10% di peranzana).
“Le sue caratteristiche? Una grande armonia tra sentori di amaro e piccante, che altre cultivar non possono vantare. Armonia che da’ vita un olio di grande morbidezza, adatto a chi non gradisce gusti troppo estremi”, precisa Giustiniano Serrilli, responsabile produzione di Pia Gloria Serrilli 1855, azienda di famiglia impegnata da 170 anni nel settore olivicolo nell’agro di San Marco in Lamis. “E poi nomen omen: perché se ben assistita l’ogliarola garantisce rese elevate e costanti, superiori anche del 4% a quintale rispetto ad altre cultivar. Vanta anche un elevato contenuto di polifenoli, che garantisce una maggiore resistenza all’ossidazione”. Produttore anche di olio DOP, Serrilli sul comparto ha le ideee molto chiare. “Negli ultimi 10 anni sono nate tante piccole realtà dedite alla vendita di prodotto imbottigliato, tralasciando quella dello sfuso. Se opportunatamente valorizzato l’olio garganico può garantire infatti una marginalità anche del 50% in più al litro. Occorre quindi che ogni anello della filiera lavori al meglio, con particolare attenzione al miglioramento tecnologico. Ma ormai, possiamo dirlo, siamo passati dall’olio di massa all’olio di qualità”.
Quale allora la campagna olearia che verrà? “Si prevede un aumento di prodotto del 20/30% in tutta la provincia, rispetto alle 22mila tn raccolte lo scorso anno”, spiega Guido Cusmai, presidente di APO Foggia, op di 2000 olivicoltori della provincia, e membro del cda di Italia Olivicola. “Anche le rese si prospettano buone, grazie alle piogge cadute nei momenti giusti, specie sul Gargano, dove si è sentita meno la siccità: del resto queste sono aree non servite da sistemi irrigui o da pozzi e ci si affida all’acqua che il Signore ci da’. La maggiore quantità di prodotto con ogni probabilità farà flettere leggermente i prezzi all’ingrosso, che si attesteranno sugli 8 E al litro per il convenzionale e i 10 E per quello DOP. Qualche problema per le colture bio, potrebbe essere causato da attacchi di mosca olearia. Sarà necessario un attento monitoraggio e la posa di trappole. E in qualche caso anticipare a raccolta”. Ottenuta nel novembre scorso la creazione di una Commissione Listino Olio della provincia di Foggia che ha permesso di fotografare la situazione momento per momento, garantendo prezzi di riferimento e giuste tariffe (tenendo conto dei costi di gestione degli impianti “eroici” del promontorio), anche per il presidente di APO Foggia la mission di Vieste 2026 è la promozione delle certificazioni.
“Il rapporto tra produttori di olio DOP e quelli di convenzionale è di 1 a 5”, conclude Cusmai. “La parola d’ordine il prossimo anno è una sola: aumentare i prodotti a marchio”.
Ma riguardo i prezzi come orientarsi tra le varie proposte di oli garganici? La direttrice Pupillo non ha dubbi: “Un olio evo di alta qualità non può costare meno di 20/22 Euro al litro, quello di media qualità non meno di 15”. Già, ma come distinguerli? “Bisogna venire alla Settimana dell’Olio…”.
EFA News - European Food Agency