Toscana: produzione agricola vale 3,6 mld euro
Crescono Dop economy, export e agriturismo. Imprese al femminile e di giovani

La ricerca Ismea presentata in occasione di Buyfood Toscana 2025.
La Toscana dell’agroalimentare si conferma virtuosa con 3,6 miliardi di euro il valore della produzione agricola e 192 milioni il valore della DOP economy regionale con un incremento del 7,4 %. E' quanto emerge dallo studio dell’istituto Ismea presentato dal direttore Ismea Fabio del Bravo al Buyfood Toscana, evento tenutosi ieri a Firenze per buyer di tutto il mondo. Lo studio, presentato durante il work shop Agro Toscana identità, territori, mercati alla Palazzina Reala di S. Maria Novella, mette in evidenza un numero importante di imprese che si attesta a 42 mila aziende agroalimentari, di cui il 30,4% a conduzione femminile e il 6.8% guidato da under 35.
Il successo della Regione Toscana nell’agroalimentare come spiegato da Stefania Saccardi, assessore regionale “risiede nel rispetto delle nostre tradizioni e della nostra storia che poi diventa il valore aggiunto che viene adeguato al tempo che stiamo vivendo. Il nostro territorio ha il maggior numero di agri turismi ben tenuti e ben conservati, e innovazione e sostenibilità economica creano un valore della produzione”, ha concluso l’assessore.
Dalla ricerca Ismea emerge come il valore dell’export agroalimentare toscano nel 2024 sia stato pari a 4 miliardi di euro, il 6,3% sul totale export regionale e negli ultimi 5 anni, il tasso annuo medio di crescita dell’export agroalimentare toscano è stato dell’11,2%, vino e olio Evo i prodotti di punta rispettivamente con 32% e 33%, che insieme fanno due terzi del valore esportato in tutto il mondo, in particolare Stati Uniti (27%), Germania (14%) e Francia (9,7%), ma anche i Paesi del Nord Europa e dell’Asia orientale che tendono a rafforzarsi.
Un dato che, alla luce dei recenti sviluppi internazionali, conferma la centralità e la forza del della Dop Economy Toscana come leva di competitività e identità e identità territoriale. Da ricordare anche che, insieme ad un patrimonio enogastronomico di eccellenza e a una crescente attenzione alla sostenibilità e al biologico, la Toscana è al seconda regione per incidenza dell’agricoltura bio, che è uno dei fattori di traino per il settore agroalimentare del made in Toscana.
Dalla ricerca Ismea viene fuori che il valore dell’export agroalimentare toscano nel 2024 sia stato pari a 4 miliardi di euro con un tasso medio annuo di crescita pari al 11,2%, dove il vino e l’olio evo la fanno da padroni. Un dato curioso è il posizionamento della Toscana rispetto alle altre regioni per tipologia di prodotti: le migliori performance le fa registrare con i prodotti della panetteria e pasticceria, dove si colloca seconda dietro solo all’Emilia Romagna, e con le carni fresche, dietro solo alla Sardegna. Sul podio, terza, anche tra gli oli d’oliva, dove precede la Liguria. Sono sei i prodotti che concentrano l’88% del valore complessivo: Cantuccini Toscani Igp, Prosciutto Toscano Dop, Pecorino Toscano Dop, Olio Toscano Igp, Finocchiona Igp e Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp.
Nelle 41.961 imprese agroalimentari toscane il 5,6% del totale nazionale - il 6,8% è guidato da under 35, mentre il 30,4 è a conduzione femminile superando la media italiana.
Gli occupati nel settore agricolo sono circa 45 mila, pari al 5,5% del totale nazionale, concentrati soprattutto nella produzione primaria, ma in crescita anche nelle attività di trasformazione e servizi collegati, come agriturismo, vendita diretta e turismo rurale.
Nel 2024 il valore complessivo della produzione agricola regionale ha raggiunto 3,6 miliardi di euro con una crescita di circa il 4% rispetto all’anno precedente e segnando un incremento di quasi il 30% sul 2020. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) ammonta a quasi 560mila ettari, pari a circa un quinto del territorio regionale.
L’agricoltura biologica è una forte attrattiva per l’agriturismo con 237.000 ettari coltivati a biologico, pari al 36,4% della SAU regionale: la Toscana si conferma seconda regione italiana per incidenza dell’agricoltura biologica e nel 2024 sono stati riconosciuti 10 distretti biologici, quattro dei quali di nuova istituzione, a testimonianza della diffusione di modelli produttivi sostenibili e della sinergia tra agricoltura, ambiente e comunità locali.
Il quarto pilastro dello sviluppo agricolo toscano è la diffusione di agriturismi, che non solo consegna alla Toscana il primato come regione italiana con il maggior numero di strutture - circa 5.800 pari al 22% del totale nazionale – ma ne fa un modello di integrazione tra ospitalità e produzione agricola: il 47% delle aziende produce almeno un prodotto DOP o IGP, e un terzo adotta il metodo biologico.
Glia agriturismi che hanno avuto un exploit nel periodo del covid e post covid godono oggi di ottime prospettive a lungo termine.
Dal report emerge che l’agricoltura toscana produce ogni anno un valore aggiunto di 2,5 miliardi di euro e che quasi la metà è prodotto dalle cosiddette “aree interne", dove si concentra anche una parte rilevante di strutture agrituristiche, che rispondono ad un aumento della domanda di turismo slow - da quello esperienziale alle attività all’aria aperta e una riscoperta del turismo di prossimità – offrendo, come riporta la ricerca ISMEA, alloggio (90%), attività di ristorazione (37%), degustazione (32%) e ricreative (51%) con oltre 5 milioni di presenze con una netta prevalenza di turisti stranieri (70%).
Lo studio IRPET presentato dalla ricercatrice Sara Turchetti ha messo in evidenza come alla crescente concentrazione della popolazione nelle aree urbane corrisponda una contestuale trasformazione di quelle marginali, che si presentano oggi come veri e propri laboratori di sostenibilità ed innovazione territoriale. Ne sono esempi di eccellenza le filiere del legno e della castanicoltura: la prima oltre a sostenere la transizione energetica, contribuisce alla messa in sicurezza del territorio, prevenendo il rischio di incendi e il dissesto idro-geologico; la seconda – che conta ad oggi circa 1600 aziende castanicole tra Lunigiana e Garfagnana, nel Mugello e sull’Amiata – contribuisce alla valorizzazione dei prodotti del bosco certificati e alla conservazione del tipico paesaggio di queste aree.
Anche il direttore di Fondazione Sistema Toscana, Francesco Palumbo, ha posto l’accento sul legame tra food, informazione e comunicazione e promozione turistica e sugli strumenti in campo per un'attività di valorizzazione che si snoda su più piani e con diversi strumenti sia per i cittadini che per i molti turisti interessati a questo settore. A partire da una finestra di eccezione come Visittuscany, il portale della Destinazione Toscana, con oltre 5 milioni di visitatori.
Sempre sul fronte del turismo è intervenuto, Mirko Lalli per The Data Appeal Company. Il suo report si è focalizzato principalmente sull’influenza dell’AI nel food e su come i turisti vedono la nostra regione in relazione al comparto food & beverage grazie all’interpretazione del sentiment registrato in rete.Il valore di sentiment attuale è 86,5 su 100, in leggero aumento rispetto all’anno precedente.
Oltre ai visitatori italiani (41% delle tracce digitali, sentiment 83), la Toscana è fortemente apprezzata da turisti dagli Stati Uniti(sentiment 87,9), Regno Unito (85,4), Polonia (86,4), Canada (88) e Australia(85,9). Ciò che apprezzano di più è l’eccellenza nella ristorazione: piacciono qualità enogastronomica, cordialità e professionalità dello staff, mentre i costi sono valutati più severamente ma con un rapporto qualità prezzo complessivamente positivo.
Risultano molto apprezzate le esperienze enogastronomiche autentiche e la qualità dei prodotti tipici, cresce il turismo emozionale e legato ad eventi, o come degustazioni e visite guidate in cantina. Da migliorare invece la trasparenza dei menu in relazione alla provenienza dei prodotti come anche la formazione del personale su ospitalità internazionale e storytelling.
EFA News - European Food Agency