Olivicoltura: produzione italiana dimezzata in poco più di 20 anni
Copagri denuncia stato d'abbandono del settore e chiede al governo uno "snellimento burocratico"
“Il drammatico calo della produzione olivicola nazionale, che dall’inizio del millennio si è praticamente dimezzata passando dalle oltre 600mila tonnellate della fine degli anni ‘90 alle attuali 320mila tonnellate, è legato a doppio filo a un fenomeno altrettanto preoccupante, ovvero l’abbandono dei terreni agricoli e, in particolare, degli uliveti”. Lo ha evidenziato il presidente della Copagri Tommaso Battista nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Olio di famiglia”, patrocinata dal Masaf e illustrata oggi alla Camera alla presenza del vicepresidente di Montecitorio Sergio Costa e con il messaggio di saluto del sottosegretario all’agricoltura con delega alla filiera olivicola Patrizio La Pietra.
“Basti pensare che in Italia, a fronte di una superficie di circa 1,3 milioni di ettari di uliveti, ci sono 200mila ettari che versano in stato di abbandono, cui se ne aggiungono altri 300mila gestiti con pratiche minime, per un totale di ben mezzo milione di ettari”, ha fatto notare il presidente di Copagri, sottolineando il grande contributo che potrebbe derivare da questi terreni in termini di recupero del potenziale produttivo nazionale.
“Questi numeri danno la misura esatta di quanto sia importante promuovere e tutelare l’agricoltura familiare, vera e propria spina dorsale del Primario nazionale”, ha proseguito Battista, spiegando che “tale obiettivo è alla base dell’iniziativa ‘Olio di famiglia’, ideata dalla Copagri per difendere un modello produttivo storicamente radicato nel Belpaese, dal quale dipende un inestimabile patrimonio in termini di cultura, ma anche un bagaglio di sapere che si tramanda di generazione in generazione da secoli”.
“Senza contare il fatto che l’agricoltura familiare riveste un’importanza fondamentale in termini di contrasto allo spopolamento delle aree interne e delle zone rurali, ma anche di presidio sociale, di tutela del territorio e del paesaggio, di promozione dell’uso sostenibile delle risorse e di valorizzazione delle specificità e delle tipicità locali”, ha aggiunto il presidente, invitando il governo a “tenere conto di questi fattori e a semplificare sensibilmente il carico burocratico che grava sulle spalle dei piccoli agricoltori con meno di due ettari di uliveti, pari a oltre il 60% del totale, così da contrastare il preoccupante fenomeno dell’abbandono dei terreni agricoli”.
“Gli ambiziosi e condivisibili obiettivi alla base del nuovo Piano Olivicolo Nazionale-Pon, che mira ad incrementare del 25% la produzione di olio d’oliva entro il 2030, così da migliorare la competitività e l’autosufficienza del settore, non possono prescindere dal fondamentale apporto derivante dall’agricoltura familiare, che necessita però di una forte azione di snellimento burocratico, soprattutto in termini di manodopera”, ha concluso Battista.
Da parte sua, nel messaggio inviato alla conferenza stampa, il sottosegretario La Pietra ha confermato il patrocinio dell'iniziativa da parte del Masaf. L'olivicoltura, ha affermato, rappresenta "un’attività peculiare quanto meritoria che in sé racchiude quell’amore e quella passione che contraddistingue gli italiani nell’approcciarsi in questo caso al nostro oro verde, ma che in generale ci vede, più di ogni altro popolo, intrinsecamente legati alle nostre eccellenze agroalimentari, espressione più genuina dei nostri territori”.
“Valorizzare l’olio extravergine di oliva frutto delle piccole produzioni agricole familiari, vuol dire valorizzare l’agricoltura familiare, quell’unicità del singolo che, sommata alle altre, determina un modello produttivo da sempre protagonista nel nostro Paese. Un modello che", ha concluso La Pietra, "esprime l’autenticità dei nostri valori, della nostra cultura agroalimentare, che si traduce di fatto nella cultura italiana a 360 gradi”.
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