Riso: per Copa Gogeca soluzioni inadeguate
Il trilogo sulla riforma del sistema concluso con un "accordo politico" che non soddisfa la filiera
Dopo anni di discussioni e mesi di intensi scambi tecnici, i negoziati trilaterali sulla riforma del sistema delle preferenze generalizzate (SPG) si sono conclusi con un accordo politico. Lo spiega il comunicato di Copa e Cogeca secondo cui "sebbene questo risultato tanto atteso chiuda finalmente una questione rimasta in sospeso per diversi anni, il settore risicolo europeo deplora profondamente che il compromesso finale sia ben lungi dal garantire condizioni di parità per gli agricoltori e i trasformatori dell'UE".
"Apprezziamo molto gli sforzi costanti dei membri del Parlamento - sottolinea la nota - che hanno prestato attenzione alle sensibilità del settore durante gli anni di negoziati e abbiamo riconosciuto gli sforzi della presidenza danese per chiudere il dossier GSP. Tuttavia, il risultato riflette un compromesso politico che privilegia la convenienza rispetto alla sostanza. Di conseguenza, una misura che avrebbe potuto fornire una protezione significativa ai produttori europei è stata indebolita al punto da assumere un valore simbolico, mettendo in pericolo l'intero settore".
Durante tutto il processo negoziale, sottolinea la nota, "la filiera risicola europea, che riunisce produttori e molitori di tutta l'Unione, ha costantemente chiesto l'inclusione di un meccanismo di salvaguardia automatico in grado di rispondere all'aumento eccezionale delle importazioni di riso a basso costo dai paesi meno sviluppati".
Quest'anno, prosegue la nota, "tali importazioni hanno raggiunto livelli record pari a 547 000 tonnellate, superando di gran lunga i quantitativi che avevano precedentemente attivato le misure di salvaguardia nel 2019. Il compromesso raggiunto nel trilogo finale introduce un meccanismo basato su una media decennale delle importazioni (387 000 tonnellate), con un margine di aumento del 45 %, che porta a una soglia di attivazione di 562 000 tonnellate. La salvaguardia sarà soggetta a revisione annuale dopo la sua entrata in vigore nel 2027".
Tuttavia, dicono Copa e Cogeca, "le quantità soglia stabilite dal nuovo meccanismo sono state concepite per attivarsi solo in quelle che vengono definite 'situazioni veramente eccezionali' per il mercato del riso, utilizzando come riferimento i livelli di importazione storicamente elevati odierni".
Dopo quattro anni di negoziati, durante i quali la situazione del settore risicolo europeo ha continuato a deteriorarsi, "è profondamente ingiusto che la definizione di situazione eccezionale si basi ora su queste cifre gonfiate", sottolineano le organizzazioni europee degli agricoltori. Il risultato "è una salvaguardia che ignora di fatto le richieste di protezione significativa avanzate da tempo dal settore".
Negli ultimi anni, la struttura del mercato europeo del riso è cambiata radicalmente: mentre la domanda totale dell'UE, pari a circa 2,8 milioni di tonnellate, potrebbe essere soddisfatta interamente da una combinazione equilibrata di produzione interna e importazioni moderate, la ripartizione tra le due è passata da circa 60/40 meno di un decennio fa a quasi 50/50 oggi. Gli anni consecutivi di siccità hanno ridotto la produzione dell'UE, portando a una crescente dipendenza dalle importazioni a basso costo e in esenzione doganale per colmare il divario.
Anche nel 2025, un anno di ripresa e di buona produzione in tutta l'Europa, le importazioni hanno continuato a raggiungere livelli record, sostituendo il riso coltivato nell'UE sul proprio mercato. "Se questa tendenza persiste - spiegano Copa e Cogeca - i produttori di riso europei rischiano di essere definitivamente estromessi dal mercato interno, con un calo della domanda di riso dell'UE, una contrazione delle superfici coltivate e un danno finanziario duraturo per il settore".
"Sebbene il meccanismo di salvaguardia sia presentato come automatico - spiegano le due organizzazioni - la soglia fissata lo rende di fatto inoperante nelle attuali condizioni di mercato. Il settore del riso ritiene che si tratti di un'occasione mancata per fornire una protezione reale e tempestiva contro le perturbazioni del mercato". A titolo di confronto, aggiunge la nota, l'ultima misura di salvaguardia applicata a 380 000 tonnellate era già stata giustificata dalla Commissione come necessaria per far fronte al pregiudizio arrecato al settore. Il nuovo meccanismo si attiverebbe quindi solo in caso di volumi di importazione ancora più estremi, quando il danno sarebbe già irreversibile.
EFA News - European Food Agency