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CLARA MOSCHINI

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Cucina italiana/4. Esulta il mondo dei salumi

"Un vantaggio per tutte le filiere agroalimentari"

“Il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco è un passaggio storico che valorizza non solo la nostra cultura gastronomica, ma anche le filiere che da sempre ne rappresentano il fulcro, a partire da quella della carne suina e dei salumi” dichiara Davide Calderone, Direttore di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), commentando il riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio dell’Umanità. “Il comparto dei salumi italiani continua a essere un punto di forza dell’agroalimentare italiano, anche se oggi si trova a dover affrontare un contesto complesso. Nei primi otto mesi del 2025 (gennaio-agosto) l’export complessivo di salumi italiani ha registrato una crescita di circa il 6% in valore rispetto allo stesso periodo del 2024”.

Anche Cristiano Costantino Loddo, Direttore di Salumitalia - Consorzi Indicazione Geografica, commenta positivamente la notizia, ricordando che “il nostro comparto rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, con 44 salumi tutelati (21 DOP e 23 IGP), il numero più alto in Europa. Un primato che testimonia la solidità di un sistema produttivo radicato nei territori e fondato su tecniche tradizionali, qualità, sicurezza e continua innovazione. La cultura dei salumi e della carne suina è parte integrante dell’identità alimentare italiana e contribuisce in modo determinante al valore del Made in Italy nel mondo”.

Monica Malavasi, Direttrice di IVSI (Istituto Valorizzazione Salumi Italiani) sottolinea invece il ruolo centrale della cucina italiana e degli chef nel far conoscere il nostro patrimonio enogastronomico all’estero: “questo importante risultato rafforza anche il lavoro che l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani svolge da oltre quarant’anni nella promozione dei salumi nel mondo. Il nostro impegno nella divulgazione, nella formazione e nella valorizzazione della tradizione italiana ha contribuito a costruire un ponte culturale e gastronomico tra l’Italia e i mercati internazionali. Con questa prospettiva guardiamo con entusiasmo alle prossime iniziative, a partire dalla partecipazione negli Stati Uniti, di IVSI al Winter Fancy Faire di San Diego, dall’11 al 13 gennaio 2026, un appuntamento importante per portare, ancora una volta, l’eccellenza dei salumi italiani al centro dell’attenzione internazionale” conclude Malavasi.

"Il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO è un passaggio storico, che può rappresentare una forte spinta non solo per il settore produttivo ma per l’intero sistema Paese", dichiara Nicola Martelli, Presidente del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, a margine dell’annuncio del riconoscimento. "Ci auguriamo che tale riconoscimento possa essere uno stimolo per rafforzare la diffusione dei prodotti a denominazione d’origine nei vari settori".

Soddisfatto anche Alessandro Utini, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma. "La nomina UNESCO della Cucina Italiana a Patrimonio culturale immateriale dell’umanità - precisa - è un risultato che ci riempie di soddisfazione e che, soprattutto, ci rende oltremodo orgogliosi e fieri della nostra tradizione gastronomica.  Le nostre specialità e i piatti iconici conosciuti in tutto il mondo sono tasselli unici e preziosi di quel mosaico sfaccettato e multiforme che costituisce la nostra cucina, così come carichi di valore sono i momenti di condivisione e convivialità che trascorriamo intorno a una tavola apparecchiata e che rappresentano un aspetto imprescindibile della nostra cultura, non soltanto alimentare". 

"Ad essere riconosciuta è la capacità della cucina italiana di essere depositaria della nostra identità, racchiudendo un patrimonio con radici profonde, una storia ineguagliabile e un futuro fatto di sfide e opportunità che potranno essere raccolte, ora, con ancor più determinazione", conclude Utini.

red - 55998

EFA News - European Food Agency
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