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CLARA MOSCHINI

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Ue "ordina" all'Ungheria di abolire i limiti sui prezzi degli alimentari

Dalla Commissione un "parere motivato" per conformarsi al diritto europeo

È un momento difficile quello che attraversa l'Ungheria del premier Orban in contrasto con l'Ue. Dopo la procedura d'infrazione avviata dalla Commissione Ue in tema di libertà dei media, un'altra tegola si abbatte sull'esecutivo ungherese. La Commissione Europea, infatti, ha ordinato all'Ungheria di abolire il limite fissato sui margini dei prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari e degli articoli da farmacia imposto ai rivenditori non ungheresi, pena l'avvio di un'azione legale. 

Per tutta risposta, il ministero dell'Economia ungherese ha dichiarato in un comunicato che manterrà le restrizioni ed è pronto a contestare Bruxelles sulla questione. 

L'Ungheria è la nazione dell'Unione Europea che ha subito il peggior aumento dell'inflazione dall'invasione russa dell'Ucraina nel 2022: a marzo 2025 ha imposto un limite del 10% sui margini al dettaglio per 30 prodotti alimentari di base in risposta alla ripresa dei prezzi. Da allora, il governo ha ripetutamente prorogato la durata ed ampliato la gamma di prodotti che rientrano nelle misure, che ora si applicano fino al 28 febbraio 2026.

A partire da metà marzo, l'Ungheria ha applicato restrizioni sui margini di profitto su 30 prodotti alimentari, limitando i margini dei rivenditori al 10%. Il primo ministro Viktor Orbán ha dichiarato in quell'occasione che stava cercando di fermare “gli aumenti ingiustificati dei prezzi”. Secondo quanto sottolineato all'epoca dal premier Orban "per frenare gli aumenti di prezzo ingiustificati ed eccessivi, abbiamo negoziato con i rappresentanti delle catene di distribuzione. Purtroppo, le offerte dei rivenditori sono state di gran lunga inferiori alle nostre aspettative, per cui abbiamo dovuto decidere di introdurre misure per il commercio". 

Il limite massimo al margine di profitto al dettaglio ha suscitato proteste da parte dei rivenditori stranieri e alcuni hanno esortato la Commissione ad agire contro Budapest, sostenendo che le misure colpivano in modo sproporzionato le aziende straniere, poiché solo alcuni rivenditori ungheresi ne erano interessati. Tanto che a giugno scorso l'Ue ha avviato le procedure di infrazione inviando 2 lettere di costituzione in mora all'Ungheria "per aver imposto limiti al margine di prezzo alle imprese non ungheresi" (leggi notizia EFA News)

Ieri, 11 dicembre, la Commissione ha dichiarato di aver inviato all'Ungheria un parere motivato, ovvero una richiesta formale di conformarsi al diritto dell'Unione, concedendole due mesi di tempo per rispondere e adottare misure, pena il ricorso al tribunale.

Fc - 56090

EFA News - European Food Agency
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