Dazi Usa, bastonata sulla pasta italiana
Dall'America tariffe al 107% per sospetto dumping sui prezzi di Molisana e Garofalo

Avranno anche parlato approfonditamente il presidente Usa Donald Trump e la presidente Ue Ursula von der Leyen quando si sono incontrati in Scozia il 27 luglio per definire i dazi (leggi notizia EFA News), poi esplicitati nella dichiarazione congiunta del 20 agosto (leggi notizia EFA News). Di fatto, però, o non si sono intesi bene, oppure le cose non stanno come sembravano stare.
Sì, perché, nel week end è arrivata una doccia fredda da far paura: a partire dal 1° gennaio 2026 l’amministrazione Usa si prepara a imporre un dazio addirittura del 107% sulla pasta italiana. Alla tariffa del 15% già imposta dalla Casa Bianca, infatti, si andrebbe ad aggiungere un ulteriore 91,74% che andrebbe subito a colpire il made in Italy della pasta, a partire da La Molisana e Garofalo. Le due aziende, infatti, sono state oggetto di un’indagine del Dipartimento del Commercio americano e sono state ritenute responsabili di dumping sui prezzi imposti negli Stati Uniti.
Ma i dazi colpiranno arbitrariamente anche tutti gli altri, secondo un elenco stilato dal dipartimento del Commercio Usa: Agritalia, Aldino, Antiche Tradizioni Di Gragnano, Barilla, Milo, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco, Pastificio Chiavenna, Pastificio Liguori, Pastificio Della Forma, Sgambaro, Tamma, Rummo, Castiglioni, Rummo).
Se non cambia nulla, e non si vede in realtà come possa cambiare qualcosa a questo punto, il nuovo dazio del 107% si applicherà ai pastifici italiani messi all'indice. Unica eccezione riguarda chi già produce negli Usa, come per esempio Barilla per cui l’impatto della tariffa sarà minore.
EFA News - European Food Agency