Policom: la tradizione della mandorla "guida" il Plant based in Calabria
Intervista con Tito Polimeni, Marketing & Sales Director dell'azienda



Nel primo semestre del 2021, il consumo di frutta e verdura fresca in Italia si è attestato sui 2,9 milioni di tonnellate tra gennaio e giugno, con una crescita del consumo di proteine vegetali in generale, che oggi rappresentano il 22% del totale di proteine consumate in Italia. Registrato un aumento dei consumi dei prodotti plant-based, le cui vendite nella Gdo hanno riportato un +14,7% nel primo semestre 2021 rispetto all’anno precedente (vedi articolo EFA News del 22-12-21).
Una crescita riscontrata anche dall'azienda Policom, realtà con sede a Campo Calabro (RC) specializzata nella produzione di prodotti finiti e semilavorati a base di mandorle, frutta secca e cioccolato. "L'azienda nasce nel 1980 come attività di famiglia. Era un piccolo laboratorio di pasticceria dedito alla produzione di prodotti da ricorrenza tipici calabresi e poi via via nel tempo, si è caratterizzata nel mercato della frutta secca, come un player specializzato nella lavorazione della mandorla sia in ambito B2B che ambito B2C”, spiega Tito Polimeni, Marketing & Sales Director, ai microfoni di EFA News.
Quali sono i prodotti di punta della vostra azienda, quali i maggiori canali di distribuzione ed in che percentuali?
“Per quanto riguarda i prodotti finiti, quelli di punta sono sicuramente le bevande vegetali, in particolar modo il latte di mandorla e le creme spalmabili a base di mandorla, nocciola e pistacchio. Per quanto riguarda, invece, i prodotti B2B, sono principalmente semilavorati per industria, pasticceria e gelateria a base di frutta secca. I canali di distribuzione più importanti sono il canale retail con il mondo della grande distribuzione, in particolar modo all'estero; e anche il canale industria rappresenta un'altra parte importante. Se volessimo dare delle percentuali, potremmo dire che nello scorso anno (2021) abbiamo chiuso con un 70% di quota destinato al canale retail ed un 40% destinato al canale professional”.
La tradizione della mandorla, che caratterizza la Regione Calabria, ha in un certo senso “guidato” e supportato l’inserimento nel mercato di alcuni prodotti plant based dell'azienda. "La Regione Calabria, che ha una storicità di consumo e produzione di prodotti a base di mandorle, ha ben recepito ovviamente tutte quelle che sono state le linee di prodotto che abbiamo lanciato negli anni. Su tutti hanno trionfato il latte di mandorla, la pasta di mandorla e da qualche anno a questa parte anche le creme spalmabili. Quindi la tradizione, sia della mia famiglia, sia del luogo molto vicino alla frutta secca, è stata d'aiuto per il lancio nel mercato delle nostre linee di prodotto”, ha spiegato Polimeni.
L'azienda, oltre alle altre regioni d'Italia, opera molto attivamente anche all'estero. “Abbiamo chiuso il 2021 con un 60% di fatturato prodotto all'estero. Un fatturato che si concentra principalmente in paesi come il Giappone, la Corea del Sud, Taiwan, Malesia e abbiamo anche delle presenze ad Hong Kong. Poi abbiamo dei mercati molto importanti anche in Europa: quindi parliamo della Francia, come anche della Germania e anche l'Est Europa sta crescendo parecchio. Esportiamo già in Ungheria, Bulgaria, Romania, Ucraina, Macedonia. Stiamo consolidando la presenza in Ungheria e stiamo anche velocizzando delle presenze nella parte nord dell'Europa con i paesi scandinavi. Poi ci sono dei paesi già maturi come il Nord Africa, l'Europa centro meridionale e Latino America”, ha continuato Polimeni.
Ma, come guarda l'azienda al 2022? Avete in programma la realizzazione di nuovi prodotti?
“Abbiamo già lanciato delle ottime referenze a fine 2021, che chiaramente intendiamo consolidare nel 2022. Nel mondo delle bevande abbiamo una linea Professional premium, ovvero di prodotti a base di mandorla destinati alla linea da cucina vegetale. Per quanto riguarda le creme spalmabili abbiamo in programma il lancio, già in parte eseguito, della linea vegana che non contiene latte o altri ingredienti di origine animale. Questa va ad affiancarsi alle creme spalmabili tradizionali, sotto il nostro marchio di punta Crem’Or. Infine, stiamo già facendo dei progetti che saranno pronti nei prossimi tre mesi, nel mondo delle bevande a base di avena e di riso”.
Parlando di sostenibilità, cosa significa per l’azienda e cosa state facendo in merito a questa tematica?
“Per quanto riguarda i prodotti abbiamo già investito su una linea di packaging quanto più sostenibile possibile. Quindi prodotti che derivano in parte o in tutto da fonti di energia rinnovabile e che limitano gli ingredienti di origine fossile. Questo è un progetto a cui abbiamo già iniziato a lavorare, lo abbiamo già fatto con gli imballi primari e lo stiamo facendo con gli imballi secondari. Per quanto riguarda l'azienda, il nostro nuovo stabilimento di Campo Calabro in provincia di Reggio Calabria, che abbiamo avviato nel 2019, è un impianto che già punta alla sostenibilità. Abbiamo un impianto fotovoltaico per la produzione di energia solare. Tutte le linee, i reparti produttivi e gli uffici sono illuminati attraverso la tecnologia Led. Abbiamo già un recupero delle acque piovane che ci permette di gestire sia il verde dell'azienda, ma anche alcune linee interne di produzione. Stiamo programmando, infine, di investire anche sulla mobilità elettrica. Quindi c'è un progetto di installazione di colonnine di ricarica elettrica, che saranno utilizzate sia dai nostri dipendenti, ma anche dai visitatori”.
L'azienda era tra quelle presenti a Cibus 2021, il grande salone dell'alimentazione delle Fiere di Parma (vedi articolo EFA News del 15-9-21). Avete in programma la partecipazione ad altre fiere di settore?
“Cibus per noi è una fiera di riferimento, l'abbiamo sempre fatta e continueremo a farla, tant'è vero che abbiamo già formalizzato l'iscrizione per l'edizione 2022. Le novità saranno ovviamente di prodotto. Per quanto riguarda le altre fiere di settore, possiamo dire che in periodi pre-pandemici lavoravamo solitamente su almeno 7-9 eventi internazionali all'anno. Chiaramente con il Covid ci siamo dovuti ridimensionare. Il 2022 purtroppo non è partito benissimo perché abbiamo avuto già la cancellazione di due eventi internazionali su tre. Quindi ci auguriamo che, confermato il Cibus e confermate al momento altre fiere che dovrebbero teoricamente partire dalla prossima primavera, rimarremo comunque all'interno di 4-5 eventi internazionali”, ha concluso Polimeni.
EFA News - European Food Agency