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Politica agricola Ue: servono modifiche strutturali

Criticità e prospettive dell’agroalimentare italiano di fronte alla grande transizione analizzate al Cibus di Parma

La nuova Pac (Politica agricola comunitaria) rischia di essere già inadeguata ancor prima di essere approvata. E per questo, alla luce dell’impennata dei costi energetici e della guerra Russia-Ucraina, occorrono correttivi, in particolare sulle politiche di sostenibilità, per evitare che i prodotti agricoli della Ue vadano fuori mercato a causa dei costi. È la sintesi di quanto emerso nel convegno tenuto a Cibus sul tema “Tensioni geopolitiche, farm to fork, riforma Pac: criticità e prospettive dell’agroalimentare italiano di fronte alla grande transizione“, realizzato col coordinamento scientifico di Food Trend Foundation. Per Paolo De Castro, parlamentare europeo storico difensore a Bruxelles dell’agricoltura italiana: “si deve fare attenzione al fatto che la Pac non si guidata più da ideologie che da una visione realistica. L’esempio è l’annunciata riduzione del 50 per cento dell’uso di fitofarmaci entro il 2030. Si può anche dire l’80%, ma il punto è che si devono dare alternative concrete agli agricoltori per combattere le malattie dei prodotti e in tempi così ristretti è molto difficile”.

Una transizione, quella verso la sostenibilità, che è inevitabile “ma che posticipata, se non si vuole correre il rischio di avere una produzione ridotta di carne, latte e cereali, prezzi in aumento e carenza di materie prime”, ha detto il presidente di Inalca Luigi Scordamaglia collegato in diretta streaming. Sulla stessa linea Giuseppe Ambrosi, presidente della European Dairy Association per il quale “proprio ora che l’Italia è diventata quasi autosufficiente nella produzione di latte sarebbe assurdo ritornare indietro”.

Denis Pantini, responsabile agroalimentare Nomisma ha elencato i dati che “portano a dire che il made in Italy è diventato finalmente una carta vincente, ma ora si deve fare attenzione ai costi”, mentre Mauro Rosati, direttore generale di Origin e Qualivita ha sottolineato “la necessità di una nuova politica agroindustriale con nuove strategie per l’Italia”.

Tra gli intervenuti anche Costantino Vaia, amministratore delegato di Casalasco: "la filiera ha dimostrato in situazioni critiche di essere la più importante garanzia. Ma per rendere una filiera sostenibile tutti gli attori devono poter avere i margini che gli consentono di continuare nella loro attività".

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EFA News - European Food Agency
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