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CLARA MOSCHINI

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Nuova vita agli scarti della mitilicoltura

Ecco Blue Eco Lab, laboratorio di design che recupera gli scarti delle produzioni ittiche

Entrano nel vivo le attività del Blue Eco Lab, il progetto di sperimentazione promosso da Nieddittas, azienda che gestisce l’intera filiera della mitilicoltura nel Golfo di Oristano, e realizzato dalla Fondazione Medsea per la tutela e la conservazione degli ecosistemi marini e costieri, in collaborazione con il dipartimento di ingegneria civile, ambiente e territorio dell’università di Cagliari. Obiettivo principale del progetto è dare una nuova vita ai materiali di scarto della mitilicoltura attraverso la progettazione di soluzioni di eco-design progettate e realizzate in Sardegna.

Il materiale di scarto della produzione di mitili è stato trasformato in materia prima secondaria dall’azienda Ecoplastar Group che si trova in provincia di Cagliari. Il macchinario per l’estrusione di questa particolare tipologia di plastiche esposte a condizioni di degrado marine è stato invece realizzato presso la società meccanica Turchi in Gallura. Dopo una prima fase di calibrazione e di adeguamento dell’estrusore ai nuovi materiali, i designer e i tecnici dell’ateneo cagliaritano hanno iniziato a trasformare i rifiuti plastici in profili di plastica riciclata di diverse dimensioni. Composti in polipropilene, sono elementi semplici ma di grande versatilità strutturale, impiegabili per la realizzazione di manufatti di diverso tipo; in questa prima fase progettuale il loro impiego è rivolto alla produzione di elementi di arredo urbano.

“I primi test sugli estrusi hanno restituito dei risultati soddisfacenti, con un valore medio di resistenza a compressione pari a 80Mpa e di resistenza a trazione pari a 7Mpa", racconta il professor Mauro Coni, coordinatore del gruppo “strade, ferrovie e aeroporti” del dipartimento di ingegneria civile, ambiente e territorio e responsabile scientifico delle attività di sperimentazione. "Si tratta di test preliminari; occorrerà ora studiare il comportamento degli elementi sulla base di combinazioni quali temperatura di estrusione, impurità nelle plastiche, velocità di marcia e tempo di stazionamento del materiale durante il processo di produzione. Ci sono tutti i presupposti, e siamo fiduciosi che sarà possibile migliorare ulteriormente le caratteristiche di questi elementi e una seconda serie di test sta confermando la nostra ipotesi”.

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EFA News - European Food Agency
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