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Sardegna, stato di calamità naturale contro le cavallette

Lo chiede al ministro Patuanelli il deputato Lucia Scanu. Intanto gli agricoltori preparano il piano anti-invasione

L’invasione delle cavallette sta mettendo in ginocchio la Sardegna. Da quando ne abbiamo dato notizia, a inizio maggio (Sardegna: sos cavallette) a oggi ha raggiungo numeri da record e rischia di mettere in seria difficoltà l’economia delle campagne sarde. L’allarme era già stato lanciato tre anni fa ma il fenomeno ha continuato ad allargarsi tanto che, attualmente, l'invasione interessa ben trentamila ettari e, secondo le stime delle organizzazioni agricole tra cui la Coldiretti Nuoro-Ogliastra si arriverà presto a cinquantamila. 

Un dramma anche perché, nonostante gli interventi messi in opera dalla Regione Sardegna la situazione è esplosa nuovamente. Il caso è approdato anche in Parlamento: a sollevare la questione è stato il deputato Lucia Scanu del partito Coraggio Italia. Nel corso di un question time con Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, ha chiesto l'intervento immediato di Roma.

“Se lei oggi mi dice che non è stato ancora annunciato lo stato di calamità naturale -tuona Scanu-, mi sta comunicando che lo Stato è disposto a sacrificare altre zone della Sardegna”. il ministro Patuanelli ha replicato che i danni procurati dall’infestazione non rientrano tra quelli coperti dal Fondo di solidarietà nazionale, impegnandosi comunque a valutare “lo stato di emergenza e l’eventuale nomina di un commissario”. 

L'invasione delle cavallette, partita dalla piana di Ottana in provincia di Nuoro, si è estesa nel Marghine, poi si è diretta verso il Goceano, in provincia di Sassari, fino ad arrivare nella zona di Ozieri e di Sedilo, in provincia di Oristano. Sui social sono migliaia le immagini di orti e terreni rasi al suolo nel giro di poche ore.

In attesa di interventi da parte della politica, gli agricoltori hanno deciso di muoversi con un piano che coinvolge le amministrazioni comunali e le aziende agricole. Un programma proposto da Coldiretti e da presentare in Regione: a spingere per attivare il prima possibile un tavolo in Regione, è Confagricoltura Sardegna, secondo cui è necessario pianificare le attività da far partire a fine agosto al fine di salvare i raccolti della prossima stagione. "Dobbiamo intervenire fin da subito con lievi arature dei campi così da portare in superficie le larve e farle morire al contatto con l’aria”, spiega il presidente Paolo Mele

L’obiettivo del piano è quello di debellare o almeno limitare il fenomeno nel giro di un anno. Il piano comprende, per prima cosa, l'obiettivo di creare entro il primo settembre un’unica macro area con la mappatura complessiva delle aree coinvolte: poi è prevista un’aratura delle aree pianeggianti tra il 15 settembre e il 30 marzo. 

fc - 25217

EFA News - European Food Agency
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