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Ismea, appuntamento con il bio del futuro

In un convegno i dati del 2021: crescono superficie e operatori, aumenta il sostegno con € 720 mln nei prossimi 4 anni

Si è svolto oggi a Roma il convegno organizzato da Ismea dal titolo che non ammette errori: "Appuntamento con il bio: l’agricoltura biologica del futuro". L'evento è stato organizzato in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, Federbio, Aiab, Assobio, Alleanza delle cooperative agroalimentari italiane, Anabio-Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri. 

Un convegno sul biologico in Italia ha la sua ragion d'essere, visto che il settore prosegue nella sua crescita in superfici investite e numero di operatori coinvolti, anche se ma mostra i primi segnali di cedimento dei consumi. 

“L’Italia conferma e rafforza il proprio impegno sul biologico, stanziando fondi per la programmazione 2023-2027 della Nuova Pac, per oltre 2 miliardi di Euro -sottolinea il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni-. Se nei prossimi anni gli incrementi saranno costanti confido che nel 2025 potremmo raggiungere l’obiettivo del 20% di Sau nazionale a coltivazione biologica e arrivare alla soglia del 25% nel 2027, anticipando di tre anni gli obiettivi contenuti nel Green Deal europeo".

Vediamo i dati divulgati da Ismea. La superficie biologica italiana è aumentata del 4,4%, come è emerso dai dati Sinab presentati da Ismea in apertura del convegno: a fine 2021 è arrivata a sfiorare 2,2 milioni di ettari. Se continua a crescere a questo ritmo, sottolinea Ismea, potrebbe raggiungere 2,7 milioni di ettari nel 2027, ultimo anno della Pac 2023-2027: permetterebbe anche di toccare 3 milioni di ettari al 2030, valore prossimo al target Farm to Fork del 25% di superficie bio, da raggiungere entro la fine del decennio.

Dal convegno, però, è venuto fuori che il quadro nazionale non è omogeneo tra le diverse regioni. Alcuni territori mostrano un aumento mai visto prima delle superfici biologiche: la Campania, ad esempio, è in rialzo del 55%, la Toscana del 25% e il Friuli-Venezia Giulia del 23%. Un altro territorio come la Sicilia, mantiene il suo primato ma, in un anno, ha perso più superficie biologica di quanta ne conti l’Abruzzo. 

Secondo i dati Ismea, tra le diverse coltivazioni bio crescono soprattutto le colture permanenti (+3,5%), con andamenti diversificati tra le diverse tipologie: si riducono gli agrumeti, con arance a -17,2% e limoni a -0,8% mentre rimangono sostanzialmente stabili i meleti bio (-0,4%) e gli oliveti (+0,5%) e aumentano i vigneti (+9,2%) e i noccioleti (+12,5%). Crescono anche le superfici investite a cereali (+2,8%) trainate soprattutto dai maggiori investimenti a grano duro e tenero, mentre risultano stabili le colture foraggere (-0,7%) e i prati e pascoli (-0,8%).

L’analisi della zootecnia biologica fa emergere alcune criticità: l'incidenza dei capi allevati, nel complesso, rimane inferiore al 10%. Nell’ultimo triennio le consistenze dei bovini, suini, ovini e caprini mostrano livelli pressoché stabili mentre il comparto degli avicoli, soprattutto polli da carne e galline ovaiole, secondo Ismea mostra una dinamica positiva più marcata, tanto da guadagnare ogni anno circa mezzo milione di capi. 

Nel 2021 sono cresciuti del 5% gli operatori certificati a bio: questo grazie a 4.413 nuovi ingressi nel sistema di certificazione che hanno portato a 86.144 il numero complessivo di produttori, preparatori e importatori biologici. ­­

Tra le imprese biologiche, particolare attenzione va riservata anche al settore ittico il cui sviluppo è sostenuto dalle politiche europee. L’acquacoltura biologica continua la sua evoluzione anche nel 2021 nonostante i valori assoluti siano ancora modesti: sono infatti 69 le aziende certificate (+12,8% rispetto al 2020), concentrate soprattutto in Veneto ed Emilia-Romagna.

Brutte notizia, invece, dal fronte della spesa alimentare di prodotti biologici: nel 2021 si è registrata per la prima volta una riduzione degli acquisti di alimenti e bevande bio. E anche le prime indicazioni sull’anno in corso non lasciano ben sperare. Dopo l’ottima performance del 2020 (+9,5%), l'anno scorso il valore della spesa si è contratto del 4,6%, portandosi a 3,38 miliardi di Euro: nonostante questo, è rimasta invariata al 3,9% l’incidenza del bio sul totale degli acquisti agroalimentari. 

I primi cinque mesi del 2022, per quanto concerne la grande distribuzione, evidenziano un’ulteriore riduzione dell’1,9% su base annua: a preoccupare, in questo caso, è soprattutto il confronto con l’agroalimentare convenzionale che segna nello stesso periodo un incoraggiante +1,8%. 

“Da una parte continuano a crescere la superficie e gli operatori bio con l’esplosione nel 2021 del settore vitivinicolo dall’altra l’incidenza sugli acquisti alimentari delle famiglie resta stabile al 3,9% -spiega Angelo Frascarelli, presidente di Ismea-. Lo sviluppo dell’agricoltura biologica è considerato tra i principali driver della transizione verde e la politica italiana ha deciso di aumentare il sostegno al bio, con un incremento di risorse di 720 milioni di Euro nei prossimi 4 anni. In sintesi, cresce l’offerta e il ruolo politico-ambientale del bio, ma non cresce il consumo e il valore del mercato".

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EFA News - European Food Agency
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