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CO2 che scarseggia/2. A rischio il settore delle bevande frizzanti

Assobibe: ai rincari dell’energia si aggiunge il problema di reperire materie prime come l'anidride carbonica

La difficoltà a reperire la CO2, l'anidride carbonica necessaria a "gasare" le bevande sta diventano un problema non solo per l'acqua minerale, come abbiamo messo in risalto (L'acqua gasata potrebbe finire la produzione) ma anche per le altre bevande frizzanti. L'allarme è stato lanciato da Assobibe, l'associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia. 

Assobibe conferma la difficoltà di reperimento di CO2 sul mercato da parte di numerose aziende del settore, in particolare le pmi: la scarsa disponibilità di questa fondamentale materia prima, fanno sapere dall'associazione, "è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi dell’energia e delle difficolta di trasporto, che rendono più complessa la sua estrazione naturale e/o produzione industriale". 

“Le aziende che operano in Italia nel settore delle bevande analcoliche sono in un momento di estrema difficoltà -spiega Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe-. Ai rincari dei costi dell’energia, oltre 550% per le industrie che rappresento, a quello delle materie prime per i nostri packaging, si aggiungono problemi di reperimento di alcune materie prime, in particolar modo di anidride carbonica”. 

Il problema della sua disponibilità e del prezzo in rialzo si aggiunge ai costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro che sono da mesi fuori controllo, mettendo a rischio la stagione estiva per molti operatori. E non è tutto, dice Assobibe, visto che tra poco arriverà la Sugar Tax che sarà operativa da gennaio, "con un incremento della fiscalità medio del 28%", rappresenta un ulteriore limite alla sostenibilità economica delle imprese del settore e della sua filiera.

“In aggiunta alla difficoltà dei costi e della disponibilità di materie prime -prosegue Pierini-, le aziende tra pochi mesi saranno tassate dalla Sugar tax su tutti i loro prodotti, anche quelli senza zucchero, con inevitabili effetti sui prezzi, già in crescita in questo momento di esplosione dell’inflazione, e dunque sui volumi. Chiediamo al Governo -aggiunge Pierini- di agire almeno su questo, perché la tassa deve essere eliminata per dare un po’ di respiro alle aziende e provare davvero a ripartire”.

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EFA News - European Food Agency
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