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CLARA MOSCHINI

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L'olio extravergine, elisir di giovinezza?

Uno studio del Cnr realizzato con Monini indica che il prodotto garantisce mente più giovane e meno stress

Mente più giovane e meno stress. L’olio extravergine di oliva può fare il miracolo, diciamo. Lo dicono i risultati di una ricerca scientifica italiana, realizzata dal Cnr e finanziata da Monini grazie al bando pubblico di Fondazione Umberto Veronesi. Si tratta del primo studio finanziato dall’azienda umbra nell’ambito del Piano di Sostenibilità "A hand for the future", che prevede un sostegno decennale alla ricerca scientifica italiana. 

Il report svela nuovi potenziali vantaggi legati al consumo regolare di olio extravergine di oliva: lo studio, infatti, ha messo in relazione il consumo regolare dell’idrossitirosolo, sostanza contenuta nell’olio extravergine di oliva, con la capacità, in soggetti anziani, di aumentare la produzione di nuovi neuroni in una specifica regione del cervello, l’ippocampo, riducendo al contempo l’infiammazione e lo stress ossidativo. 

Lo studio realizzato da Giorgio D’Andrea, ricercatore dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Cnr di Roma, evidenzia inoltre un altro fenomeno legato all'utilizzo di olio extravergine: la riduzione di ansia e stress. Il prodotto, infatti, potrebbe contribuire a invecchiare più lentamente e meglio.

La ricerca di D’Andrea è uno di uno dei pochi studi internazionali ad aver indagato le proprietà dell’olio in relazione all’invecchiamento cognitivo: il ricercatore ha preso in considerazione l’effetto di una particolare molecola presente naturalmente in grandi quantità nell’olio di oliva di alta qualità, l’idrossitirosolo, sulle cellule staminali neuronali del cervello, in un modello sperimentale anziano. Si tratta

Uno dei meccanismi legati all’invecchiamento, è infatti, la progressiva diminuzione del rinnovamento cellulare: quando sono le cellule del cervello, i neuroni, a perdere la capacità di generarne di nuovi, ciò si ripercuote sulla capacità di apprendimento e sul declino cognitivo. Può l’idrossitirosolo, si è chiesto D’Andrea, rallentarne il processo? 

I risultati hanno mostrato che, nella popolazione trattata con questa molecola, c'è un aumento di produzione di nuovi neuroni in una regione del cervello, l'ippocampo. Non solo: l'analisi dei profili genici ha mostrato un profilo compatibile con riduzione di infiammazione e di stress ossidativo. 

È stato inoltre osservato un altro interessante fenomeno: meno ansia e meno stress nei soggetti trattati rispetto ai controlli. Questo potrebbe essere correlato alla maggior produzione di neuroni nell’ippocampo ma anche alla composizione del microbiota, l’insieme di microrganismi che colonizzano l’intestino, sempre più studiato per le sue correlazioni con la salute neurologica. 

Ad aggiungere un nuovo tassello alla conoscenza delle proprietà dell’olio extravergine di oliva rispetto all’invecchiamento, sarà quest’anno Emilia Ruggiero, ricercatrice dell’Istituto neurologico mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), sostenuta da Monini attraverso il finanziamento della borsa di ricerca assegnata da Fondazione Umberto Veronesi per l’anno 2022, sempre attraverso il bando pubblico annuale. 

La sua è la seconda ricerca finanziata dall’azienda umbra dall’avvio di A Hand for the Future: è uno dei pochi studi nel panorama internazionale a valutare gli effetti del consumo regolare di olio di oliva sulla longevità.

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EFA News - European Food Agency
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