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CLARA MOSCHINI

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In ripresa per la produzione delle pere

Oltre 470 mila tonnellate di prodotto, più del doppio rispetto al 2021

Migliora la situazione della produzione di pere in Italia. Dopo un’annata deficitaria come quella del 2021, in cui l’impatto delle gelate ha portato la produzione sui livelli ai minimi storici, quest’anno la situazione sembra positiva. A livello nazionale, infatti, sono stimate oltre 470 mila tonnellate di prodotto, più del doppio rispetto allo scorso anno, anche se parliamo del 20% in meno rispetto al 2020 e del 35% in meno rispetto al 2018.

I numeri sono stati resi pubblici dal Comitato di Coordinamento dell’OI Pera, l'Organismo interprofessionale pera dell’Emilia Romagna. Secondo l'associazione, dopo una buona fioritura e un’allegagione regolare, alcune varietà hanno subìto una forte cascola, una caduta precoce dei frutti dalla pianta, che ha avuto impatti in alcune aree soprattutto sulla produzione degli impianti più giovani. A questo si è aggiunto il prolungarsi di temperature oltre la norma e la della siccità che hanno finito con l’ostacolare il regolare sviluppo dei frutti. Nella sola Emilia Romagna si registra una perdita del 9% rispetto all'anno scorso, con cali maggiori rispetto alla media per Abate, Conference e Kaiser.

A livello di varietà sono previste circa 189 mila tonnellate di Abate, il 22% in meno rispetto al 2020 e quasi il 40% in meno sul 2018, anche se quattro volte maggiore rispetto al 2021. Con circa 130.000 tonnellate, la William conferma una produzione circa doppia rispetto a quella dell’anno precedente, ma il -16% sul 2020 e oltre il 20% in meno sul 2018. A inizio agosto, in occasione del convegno di Prognosfruit, verranno resi noti i dati relativi agli altri importanti paesi produttori a livello europeo: la minore offerta italiana rispetto alla media prevista associata a produzioni che a fine giugno (Interpera) indicavano una produzione normale per l’Olanda, leggermente inferiore al 2021 per il Belgio, in calo in Spagna e Portogallo. Tutto questo potrebbe portare a una produzione europea al di sotto del potenziale.

“Dopo un certo ottimismo dovuto alla buona carica dei frutti e a un calibro medio che fino a qualche settimana fa sembrava buono, nelle ultime due settimane abbiamo assistito a un blocco dello sviluppo dei frutti, che ha portato a ridurre le stime produttive -spiega Gianni Amidei, presidente dell'Organismo interprofessionale pera-. Il calo delle superfici, purtroppo, è una diretta conseguenza di quanto è successo nelle ultime annate, sempre contraddistinte da problematiche produttive enormi: nel 2019 la cimice asiatica, nel 2020 lo scoppio della maculatura bruna e nel 2021 la grande gelata, che hanno finito per mettere in grave difficoltà i produttori”.

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EFA News - European Food Agency
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