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CLARA MOSCHINI

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Hacker scatenati contro i prosciutti Rovagnati

Attacco rivendicato da LockBit 3.0: sottratti file e chiesto un riscatto

Nuovo attacco informatico a un'azienda italiana. Questa volta non parliamo di società hi-tech o della Difesa ma del gigante dei prosciutti Rovagnati, vittima di una delle minacce più classiche: un ransomware, ossia un virus che prende il controllo del computer di un utente ed esegue la crittografia dei dati, quindi chiede un riscatto per ripristinare il normale funzionamento.

Almeno questo emergerebbe dalla rivendicazione dell'attacco informatico da parte della banda di hacker Lockbit 3.0. A riferirlo è il sito cybersecurity360.it. La rivendicazione dell'attacco, scrivono, è apparsa il 19 luglio sul Data Leak Site della cyber gang LockBit 3.0. 

Oggetto dell'attacco, riferisce ancora il sito specializzato sui temi di sicurezza informatica, sono stati dieci file che riportano alcune schede prodotto e documenti interni: tra questi documenti d’identità validi del personale e dichiarazioni aziendali riservate. La cosa grave è che LockBit sembra avere in mano una quantità sufficiente di dati, tanto che ha messo in piedi una richiesta di riscatto: a questo punto, come suo tipico modus operandi, lascia 15 giorni di tempo per portare a termine una trattativa con i responsabili dell’azienda.

Se la trattativa fallisce, la minaccia è duplice: prima di tutto i, file con i quali il software malevolo è entrato in contatto saranno stati danneggiati e, dunque, resi inutilizzabili. Inoltre, l'altra conseguenza è che verrà esposto al pubblico di internet tutto l’archivio completo dei dati che sono stati rubati durante l’attacco.

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