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CLARA MOSCHINI

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Secondo Report di Sostenibilità per Amadori

Berti: molti i tavoli aperti con i partner strategici, dalla logistica al packaging

È la "comunità Amadori", fatta di dipendenti, allevatori, fornitori e partner, la protagonista del Report di Sostenibilità 2021, il secondo pubblicato dall'azienda fondata nel 1969. Il report è "il risultato del coinvolgimento di diversi ambiti e diverse funzioni aziendali e ha l’obiettivo di consolidare la relazione con gli stakeholder dell’azienda, condividendo un progetto e ponendo le basi per affrontare al meglio, e insieme, un mercato difficile". Secondo il comunicato ufficiale della società, Amadori, specialista del settore avicolo con una quota di mercato di circa il 30% sul totale carni avicole in Italia, "investe costantemente per migliorare le sue performance ambientali, in tutti gli ambiti della filiera". Per questo, nel 2021 ha scelto di iniziare una collaborazione con la start-up Green Router, "il primo tool manageriale italiano per la mappatura puntuale delle emissioni legate al trasporto logistico lungo tutta la filiera integrata". Lo scopo della collaborazione è quello di orientare "le strategie future di miglioramento in questo ambito". 

"Essere sostenibili -secondo la società cesenate- significa contribuire alla creazione di un sistema alimentare sano, equo e rispettoso dell’ambiente, delle persone e degli animali, che trova il suo fondamento in una filiera italiana integrata in tutte le sue fasi, controllata e certificata, dalle sementi alla grande distribuzione, passando per gli allevamenti e i siti di trasformazione alimentare". È questo l'impegno che permette all'azienda di allinearsi alla strategia Farm to fork, al centro del Green Deal europeo.

“In molti parlano di filiera 100% integrata, ma in pochi ce l’hanno davvero -spiega Francesco Berti, amministratore delegato Amadori-. Il Report di sostenibilità 2021 di Amadori racconta cosa significhi davvero avere una filiera integrata e certificata e quali siano i benefici per i consumatori”.

“Per Amadori, l’impegno verso la sostenibilità viaggia di pari passo con lo sviluppo industriale -aggiunge Berti-. Per questa ragione sono molti i tavoli aperti con i business partner strategici su questo fronte, dalla logistica al packaging".

Secondo un’indagine condotta su un cluster di stakeholder del Gruppo da parte dell’Istituto Ixé, in collaborazione con Homina, "a conferma dell’unità di intenti alla base di una vera e propria comunità Amadori, gli stakeholder concordano con l’azienda sull’importanza del ruolo della sostenibilità nei rispettivi settori di attività". Secondo la ricerca, tutte le aziende coinvolte dispongono di un Piano strategico di sostenibilità e "dichiarano il presidio attivo di tutti gli aspetti analizzati, dalla sicurezza sul lavoro alla lotta alla corruzione, dal supporto delle comunità locali al rispetto delle diversità, fino alla protezione dell’ambiente".

Il Gruppo Amadori conta sulla collaborazione di oltre 9.000 persone, tutte in Italia: sono sei gli stabilimenti di trasformazione alimentare, 5 incubatoi, 4 mangimifici e uno in conto lavorazione, oltre 800 allevamenti sia di proprietà che in convenzione, tre piattaforme logistiche e 19 centri di distribuzione fra filiali e agenzie.

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EFA News - European Food Agency
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