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Parmacotto, i Rosi condannati per bancarotta fraudolenta

Sentenza di primo grado per i vecchi proprietari, usciti nel 2016


Il gup del tribunale di Parma, Adriano Zullo, ha pronunciato qualche giorno fa la sentenza di condanna nei confronti dei vecchi proprietari di Parmacotto, Marco Rosi (due anni e dieci mesi), di suo figlio Alessandro Rosi (due anni e sei mesi), e del responsabile amministrativo Marco Delsante (due anni con sospensione condizionale della pena), ritenuti colpevoli di bancarotta fraudolenta esplosa con la crisi Parmacotto, l'azienda fondata da Marco Rosi nel 2014 e finita in concordato nel 2014. La notizia è stata diffusa dall'edizione on line di di Repubblica. 

L'accusa era scaturita dal sequestro nel 2016 di 11 milioni di euro con l'ipotesi di truffa alla Simest. Soldi destainati allo sviluppo dell'azienda ma che, secondo gli inquirenti "attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d'esercizio" gli allora amministratori di Parmacotto "erano riusciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre in errore la Simest che erogava su richiesta dell'azienda stessa, un finanziamento di 11 milioni di euro". 

Attualmente Parmacotto dopo l'uscita dal concordato è in piena fase di rilancio grazie al lavoro della nuova proprietà dell'imprenditore Giovanni Zaccanti, che ha rilevato l'azienda parmigiana nel 2018, e dell'ad Andrea Schivazappa.

red - 25868

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