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Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

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Latte Tigullio contesta il tunnel della Fontanabuna

L'opera è attesa da 60 anni ma l'azienda sostiene che i lavori metterebbero in pericolo la logistica

È uno dei progetti a cui la Liguria, soprattutto la parte di levante, tiene di più. Il tunnel della Fontanabuona, atteso da oltre 60 anni, è un collegamento autostradale diretto per collegare la costa del Tigullio con il suo entroterra in modo da dare sviluppo ad un’area fortemente produttiva ma in crescente stato di isolamento infrastrutturale. Ebbene, finalmente dopo tanti anni, il 19 aprile scorso è stato presentato il progetto definitivo predisposto da Autostrade per l’Italia per 230 milioni di Euro. Adesso, invece, arriva la contestazione.

A dire no al progetto è Centrale del Latte Rapallo -Latte Tigullio, storica realtà produttiva di Rapallo nata nel 1954. L'azienda conta 110 tra dipendenti e collaboratori: serve oltre 2.600 clienti per un fatturato da 27 milioni di Euro. Contesta il progetto di “collegamento tra la val Fontanabuona e l’autostrada A12 Genova-Roma” perché, dice, andrebbe a danneggiare pesantemente il proprio ciclo di produzione, tanto da rischiare il fallimento o la chiusura definitiva dello stabilimento.

Secondo le mappe, parte dei cantieri per la realizzazione del tratto autostradale andrebbero a occupare e bloccare, per circa 71 mesi, due importanti aree utilizzate da sempre dall’azienda Latte Tigullio per il ricovero dei mezzi refrigerati utilizzati per la distribuzione dei prodotti, oltre al carico e scarico merce. Nello specifico, si tratta di due aree site in prossimità della sede della Centrale del Latte, in via Santa Maria del Campo 175, a Rapallo: la prima area, è distante circa 30 metri dalla sede e occupa 1.130 mq, la seconda area dista invece 350 metri e occupa 1230 mq. 

Latte Tigullio consta di un parco veicoli di 45 mezzi di trasporto impiegati per le consegne che, nel 2021, hanno movimentato 15,5 milioni di lt/kg di prodotto con un confezionamento di circa 5,6 milioni di litri di latte fresco, declinato in circa 20 linee merceologiche per oltre 120 referenze. L’azienda, tramite il proprio legale, ha presentato due diverse osservazioni rivolte al ministero della Transizione ecologica: la richiesta è che il progetto venga revisionato in modo da salvaguardare e tutelare non solo il proprio interesse ma anche quello di altre numerose realtà commerciali della zona, secondo quanto riporta il sito Genova24.

La continuità produttiva e commerciale del sito -spiegano dall'azienda- è strettamente legata alla gestione logistica: l’impossibilità di utilizzare alcune aree strategiche, indispensabili e insostituibili, comporterebbe danni ingenti e irreversibili dal punto di vista economico, con una perdita stimata di oltre 150 milioni di Euro. "Senza contare l’evidente conseguente perdita della clientela stessa”, aggiungono dalla società.

“L’impossibilità di stazionamento in loco o in prossimità di esso comporterebbe la riduzione della capacità logistica e di trasporto dell’unità operativa del 90-95%, rendendo quindi del tutto insostenibile il mantenimento dell’attività di commercializzazione e produzione dei prodotti -sottolinea l’azienda-. La vasta cantierizzazione di Santa Maria del Campo, dotata di un’unica grande arteria comporterebbe ripercussioni negative non solo per la Centrale del Latte ma anche per tutte le numerose attività commerciali, artigianali e produttive dislocate nei dintorni che ogni giorno usufruiscono del tratto di strada per la il trasporto e la consegna di merci”.

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EFA News - European Food Agency
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