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CLARA MOSCHINI

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Fragole, manca la manodopera

Apofruit affronta l'emergenza puntando sull’innovazione

La mancanza di manodopera è uno dei problemi che hanno caratterizzato gli ultimi anni dell'attività dei produttori di fragole. Per questo Apofruit reagisce puntando sull’innovazione e affiancando sempre di più le piantine a cima radicata a quelle a radice nuda. I vantaggi? Almeno due: la stagione di raccolta si anticipa di almeno due mesi e, contestualmente, si allunga. Inoltre il periodo più problematico, cioè quello tra la fine di aprile e tutto il mese di maggio, diventa più gestibile a livello di risorse. 

Cosa cambia lo spiega con dovizia di dettagli il direttore di Apofruit, Ernesto Fornari. “Avendo individuato che il problema maggiore per la coltura della fragola è ormai da qualche anno la mancanza di manodopera specialmente nel mese più caldo di questa coltura, ovvero maggio, quando i passaggi in serra devono anche essere più frequenti, visto che passano da ogni 5 giorni a ogni 2-3 giorni, per la maturazione più rapida dei frutti abbiamo proposto ai nostri soci di orientarsi maggiormente verso l’acquisto di cultivar a cima radicata, che vanno messe a dimora a partire da metà settembre e cominciano a produrre già in dicembre, continuando anche per tutto gennaio e febbraio".

"La cima radicata -spiega Fornari- ha il vantaggio di offrire al produttore una piantina con un apparato radicale già sviluppato in vivaio: quindi, attecchisce molto prima rispetto alla pianta a radice nuda e comincia a produrre con mesi d’anticipo. Ciò permette di allungare la finestra produttiva, cominciando già a dicembre anziché a fine febbraio, e di arrivare al mese più caldo, cioè maggio, con la gestione delle sole piantine a radice nuda, perché quelle a cima radicata avranno già ultimato il loro ciclo”.

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EFA News - European Food Agency
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