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Manca la CO2, in crisi le bollicine

Allarme rosso da parte degli imprenditori del settore

L'ultimo imprenditore a lanciare l'allarme è stato Alberto Bertone patron di Fonti di Vinadio che produce l’acqua Sant’Anna. “Ho lanciato l’allarme di mancanza di CO2 non solo in Italia ma in tutta Europa -spiega Bertone all'Ansa-. Per noi comporta che non possiamo fare il 30% della produzione di acqua gasata: oggi il 30% delle nostre linee sono completamente ferme. Prima si pensava solo a un mese, adesso non vediamo la luce". 

"Manca la CO2 perché i costi dell’energia sono talmente aumentati che non conviene più produrla, i produttori non vendono sottocosto -aggiunge il manager-. Prima costava circa 2 mila Euro a tonnellata, oggi 20 mila. A questi prezzi andremmo anche noi sottocosto e dovrebbe esserci un rialzo dell’acqua gasata sul mercato".

Che sul mercato delle materie prime l’anidride carbonica a uso alimentare cominci a scarseggiare adesso è chiaro anche solo a guardare gli scaffali della gdo o le consegne a domicilio di acqua gassata. Tanto che anche Assobibe di Confindustria segnala difficoltà crescenti nel reperire la CO2.

La Coca-Cola, che a Nogara (Verona) ha la più grande fabbrica in Europa, punta sull’autoproduzione. "Nello stabilimento veronese ci auto-produciamo l’anidride carbonica di cui abbiamo bisogno -spiega Giangiacomo Pierini, corporate Affairs & sustainability director di Coca-Cola HBC Italia-. Questo ci consente di vivere la difficoltà senza problemi. Negli altri stabilimenti del gruppo in Italia, invece, abbiamo bisogno di acquistare la materia prima. Abbiamo delle scorte, siamo dunque in grado di operare nonostante la difficile e costosa reperibilità sul mercato". 

Fonte Margherita imbottiglia solo in vetro e cartone: produce 30 milioni di bottiglie all’anno, destinate principalmente alla consegna a domicilio a Nordest, horeca in Italia, e una quota inferiore nella gdo con un marchio dedicato. L’export è al 15%. 

"Ci sono complessità lungo la filiera, le forniture di bollicine sono state limitate negli ultime due mesi -aggiunge Denis Moro, ad di Fonte Margherita 1845, l’acqua vicentina con tre impianti di imbottigliamento alle pendici delle Piccole Dolomiti: Torrebelvicino e Valli del Pasubio-. Noi abbiamo continuato a servire tutti i nostri clienti, per un periodo abbiamo ridotto leggermente il quantitativo che era destinato ad ognuno, condividendo con loro le problematiche. Ora gestiamo con precisione le nostre consegne e speriamo la situazione rientri".

In Friuli Venezia Giulia troviamo Goccia di Carnia, che sgorga a 1.370 metri di quota ed è imbottigliata a Forni Avoltri (Udine), in località Pierabech. L’impianto è diviso in tre linee produttive e produce oltre 140 milioni di pezzi l’anno. Il gruppo è proprietario anche della società Acqua Pejo, delle omonime fonti trentine, che sgorga nel Parco nazionale dello Stelvio: lo stabilimento è diviso in due linee, con una capacità produttiva di 120 milioni di pezzi all’anno. 

"Negli scaffali comincia a scarseggiare l’acqua frizzante stiamo affrontando un periodo critico e non capiamo quando finirà -sottolinea Samuele Pontisso, amministratore delegato del gruppo Goccia di Carnia-. Abbiamo avuto dei problemi, in particolare con Pejo, quando ci siamo trovati con la produzione ferma per 2-3 giorni. La fornitura in questo periodo è abbastanza intermittente. Con Goccia di Carnia invece nessun problema".

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EFA News - European Food Agency
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