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CLARA MOSCHINI

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Allarme rincari (e speculazione) per il pomodoro da industria

Anicav: richieste degli agricoltori del centro-sud ingiustificate e immotivate

Lo avevano detto in tempi non sospetti, ossia a fine luglio e oggi, puntualmente, le previsioni di Anicav sulla raccolta del pomodoro da industria si stanno avverando, purtroppo (Pomodoro/2. Parte in anticipo la campagna 2022). "Quanto accaduto negli ultimi mesi lasciava presagire che la campagna di trasformazione del pomodoro 2022 sarebbe stata caratterizzata da grandi difficoltà, ma la realtà che si sta presentando è di gran lunga peggiore", fanno sapere dall'Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali. 

"Il comparto è letteralmente in ginocchio a causa dei costi di produzione del tutto fuori controllo", aggiunge l'associazione. Tutto sta registrando aumenti a doppia cifra. La colpa è. prima di tutto, dell'incremento dei prezzi dell’energia: il costo del gasolio ha fatto lievitare quello del trasporto. Più di tutto, però, a incidere sui prezzi sono i "rincari esponenziali, addirittura oltre il 1000%, del gas metano, il più utilizzato negli stabilimenti di produzione delle conserve di pomodoro". 

Fa la sua parte in questa drammatica scena anche l’acciaio, "necessario per la produzione delle scatole che rappresentano il principale contenitore dei nostri prodotti, il vetro, la carta e le vernici per le etichette, cartone, plastica e legno per gli imballaggi secondari", sottolinea Anicav.

“È assolutamente necessario un intervento a tutela delle imprese da questa pericolosa deriva che presenta una evidente componente speculativa in special modo per quanto riguarda il caro bollette -spiega Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav-. Bene il credito d’imposta, ma non è sufficiente. Pur consapevoli che questa sarebbe stata una campagna difficile non immaginavamo di arrivare a queste proporzioni". 

"Le nostre produzioni si concentrano in 45-60 giorni -prosegue De Angelis- e questi aumenti così repentini hanno un’influenza specifica non programmabile nella stagionalità breve che ci contraddistingue. Questa situazione è impossibile da sostenere soprattutto se si considerano le evidenti difficoltà che avremo nel trasferire questi aumenti alla grande distribuzione”.

Come se non bastasse, ecco anche i tentativi di speculazione della controparte agricola. “Quello che sta accadendo nel bacino centro-sud ci lascia davvero attoniti -sottolinea Marco Serafini, presidente di Anicav-. Siamo costretti a subire le pressioni del mondo agricolo che, nonostante l’elevato prezzo medio della materia prima, con incrementi senza pari nella storia della nostra filiera, continua ad avanzare ingiustificate e immotivate richieste di ulteriori aumenti che stanno mettendo a rischio l’intero comparto alimentando una spirale inflazionistica a tutto danno del consumatore finale". 

"Non si riesce davvero a comprendere -conclude sconfortato Serafini- perché nel Nord Italia si possa rispettare per il pomodoro tondo il contratto a 108 Euro a tonnellata, malgrado la gravissima siccità che ha colpito quella zona, mentre al sud, nonostante un prezzo medio di riferimento di 130 Euro a tonnellata, si continua imperterriti a chiedere ulteriori aumenti di giorno in giorno”.

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EFA News - European Food Agency
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