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CLARA MOSCHINI

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Pronti al pesce in provetta? Gli italiani non ci stanno

La novità dalla Germania ma non piace ai gourmand di casa nostra. Coldiretti lancia l'allarme sul "cibo Frankenstein"

Dopo la carne arriva anche il pesce sintetico. La novità è stata divulgata da Coldiretti in occasione dell’incontro al Meeting di Rimini su “La crisi alimentare globale: la persona al centro”. Creato in laboratorio con cellule staminali in provetta, il prodotto arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare. 

È la tedesca Bluu Seafood a essersi impegnata nel progetto, secondo quanto spiega Coldiretti: l'azienda promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora, in Germania, si accontentano di realizzare prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. 

Il business, sia chiaro, è di quelli di rispetto, visto che, come attesta Coldiretti, a livello globale ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno: da soli, gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 chili. Sono proprio gli italiani che non manifestano entusiasmo per la novità, però. Secondo un'analisi Coldiretti-Ixè i nostri connazionali non apprezzano perché (68%) non si fidano delle cose non naturali: al secondo posto c'è la sfiducia e i dubbi sul fatto che la novità sia sicura per la salute (60%) mentre il 42% sostiene che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero e il 18% teme per il suo impatto sulla natura. 

“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione -sottolinea il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini-. Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”. 

Il business però attira, tanto che non ci sono solo i tedeschi a lavorare su questi progetti. Ci sono anche gli Stati Uniti, come dicevamo, dove il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari. Altra azienda yankee attiva sul business è Wildtype di San Francisco: ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio. 

Non solo: per mettere avanti il lavoro, Wildtype ha già programmando la distribuzione siglando un accordo con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti, e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke. Non è ancora tutto, perché in Corea del Sud l'azienda CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.

"Si tratta di una deriva alimentare -spiegano da Coldiretti- iniziata con la carne sintetica della società americana Beyond Meat.e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare, invece, il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca".
 
"Per quanto riguarda la carne da laboratorio -sottolinea Coldiretti- la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali, perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, e non salva nemmeno l’ambiente, perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali. Non solo aggiungono gli esperti di Coldiretti-. Questa metodica non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato".
 

 

 

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EFA News - European Food Agency
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