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Gs e Auchan, indagine della GdF per presunta frode fiscale

Scoperta del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano: sequestrati € 60 mln ai due colossi della Gdo

Coinvolgerebbe due dei colossi della grande distribuzione in Italia la presunta maxi-frode fiscale da 1,8 miliardi di Euro scoperta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. Tra gli indagati, per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, c'è Gs, controllata da Carrefour, e Auchan: ai due colossi della Gdo sono stati sequestrati complessivamente 60 milioni di Euro, 33,8 milioni a Gs e 26,2 a Auchan.

Le misure cautelari riguardano alcuni imprenditori bresciani e campani, oltre a Gianpaolo Racagni, ex responsabile dell’ufficio acquisti di Auchan, licenziato nel 2019 e poi passato ad Apulia Distribuzione; tra gli indagati, figura anche l’ex direttore finanziario di Auchan, Franco Castagna

I gruppi della grande distribuzione avrebbero concorso nel meccanismo di evasione e di realizzazione di profitti come intermediari nelle compravendite tra le varie società del circuito finito al centro dell’inchiesta. A segnalare le presunte irregolarità era stato anche un dipendente di Gs che si occupava di contabilità, mentre uno degli indagati avrebbe confessato. 

Le operazioni delle Fiamme Gialle sono in corso in diverse province, da Milano a Torino, Roma, Napoli, Ancona, Brescia, Lodi, Vicenza, Rimini, Padova, Salerno e Potenza. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere e frode fiscale, in particolare “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”.

Il sistema di "frode carosello" riguarda il periodo che va dal 2015 al 2021 ed è stato organizzato con due tecniche diverse: la prima, attraverso false lettere di intenti per effettuare da fornitori italiani acquisti di merci senza applicare l’iva, l’altro attraverso acquisti da fornitori di altri paesi dell’Unione europea anche in questo caso senza applicare l’iva. 

"Le catene della grande distribuzione organizzata, beneficiarie finali della frode, avrebbero ottenuto -spiegano i pm che coordinano le indagini, Nicola Rossato e Stefano Civardi-, un indebito risparmio d’imposta connesso all’omesso versamento dell’Iva da parte delle società missing trader“. 




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