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Etichette, sul Nutri-score la Commissione Ue non ha ancora deciso

Competere: "Studio Jrc non conferma idoneità del sistema francese"

Secondo il think-tank europeo la maggioranza della comunità scientifica in Europa è contraria al Nutriscore.

Non ci sono ancora dati di vita reale sufficienti per valutare l’impatto dell’etichettatura fronte pacco sull’assunzione alimentare e sugli esiti per la salute. È questo il dato principale che emerge dall’aggiornamento dello studio sui sistemi di etichettatura nutrizionale compiuto dal servizio scientifico interno della Commissione Europea (JRC). Lo rileva il Comitato scientifico di Competere.eu, think tank europeo specializzato nelle policy sulla nutrizione sostenibile, che contesta l’interpretazione favorevole al Nutriscore data al documento da numerose testate giornalistiche italiane.

“La stampa ha posto l’accento su alcuni aspetti marginali invece che su quelli più sostanziali” - spiega il Presidente di Competere.eu, Pietro Paganini. “Lo studio effettivamente dice che i consumatori, specie quelli a basso reddito, preferiscono gli schemi semplici a colori, poiché li considerano un mezzo per ottenere rapidamente informazioni sulla composizione nutrizionale degli alimenti al momento dell’acquisto. Si tratta di un sondaggio le cui domande possono essere fuorvianti. Non è questo il fattore importante. L’obiettivo dell’etichettatura è far sì che attraverso un’alimentazione più sana si migliori la salute delle persone. Da questo punto di vista, che è l’unico realmente importante a cui dare attenzione, lo studio non conferma affatto i presunti benefici del Nutriscore. È chiaro che un messaggio semplice richieda meno tempo per essere compreso e che uno schema a colori richiami maggiormente l’attenzione, ma questo non si traduce necessariamente in un miglioramento della dieta. Lo studio, infatti, al punto 4 delle conclusioni afferma con grande chiarezza che ‘potrebbe esserci un gap tra i sistemi di etichettatura nutrizionale che i consumatori dicono di preferire e quelli che realmente li aiutano a prendere decisioni informate per una nutrizione migliore’.” 

“A sostenere la presunta idoneità del Nutriscore a migliorare la dieta dei consumatori - prosegue Paganini - sono solo studi basati su modelli matematici applicati a posteriori su studi epidemiologici già esistenti. Come ha rilevato il nostro comitato scientifico (composto anche da nutrizionisti autorevoli a livello internazionale), il JRC conferma invece che nel contesto della vita reale non si è prodotta alcuna evidenza a supporto di tale idoneità. Malgrado i frequenti tentativi dei suoi promotori di accreditarne le basi scientifiche, nessuno studio è in grado di dimostrare una dinamica di causa-effetto, né conferma che l’utilizzo del Nutriscore possa avere conseguenze positive per la salute dei consumatori. Non a caso – conclude Paganini - la maggioranza della comunità scientifica in Europa è contraria al Nutriscore, con ben 323 scienziati e 19 associazioni medico-scientifiche che si sono espressi ufficialmente contro lo schema a semaforo".

red - 26529

EFA News - European Food Agency
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