Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Caro energia, per Conserve Italia aggravi per 50 milioni

Rosetti (DG): "Non potremo resistere a lungo, ne va della competitività della nostra filiera produttiva

I rincari energetici fanno lievitare la maxi-bolletta di Conserve Italia per 50 milioni di euro, portando così il costo totale dell’energia per la sola società capogruppo italiana a 70 milioni, con un aumento del 250% rispetto all’anno precedente. “Siamo molto preoccupati – confida in questa intervista a EFA News il direttore generale del Gruppo cooperativo dei marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani Pier Paolo Rosetti – perché, pur avendo le spalle solide, non potremo certo resistere a lungo in questa situazione, ne va della competitività della nostra filiera produttiva che parte dai campi dei soci agricoltori e arriva sulle tavole di milioni di consumatori italiani e di famiglie straniere”.

Direttore Rosetti, come avete vissuto le campagne di raccolta e lavorazione delle produzioni agricole, ormai giunte alla fase finale?

“Con grande apprensione, perché in questa folle corsa al rialzo dei prezzi energetici, gli aumenti più elevati li abbiamo registrati proprio tra luglio e agosto, i mesi dove si concentra la maggior parte delle nostre produzioni che coincidono con la campagna del pomodoro e della frutta, settimane in cui i nostri stabilimenti lavorano a pieno regime con picchi di consumi energetici”.

Quali conseguenze si generano?

“Con costi energetici così esorbitanti, si mette a repentaglio la competitività delle imprese agroalimentari italiane che devono confrontarsi sui mercati internazionali con competitor che producono spendendo molto meno in energia. Siamo chiamati a tenere in equilibrio le nostre aziende, peraltro noi siamo una cooperativa che ha come primo scopo la remunerazione dei propri soci agricoltori che conferiscono il prodotto. Ma a queste condizioni diventa un’impresa molto ardua, anche perché il problema non si limita solo all’energia…”.

I rincari infatti colpiscono anche altre voci di costo della produzione, a partire dai materiali per gli imballaggi e dai trasporti, fino alle materie prime. Avete fatto i conti di quanto impatteranno?

“Questa spirale inflattiva che da quasi un anno non accenna a fermarsi in maniera definitiva, comporterà per la sola nostra azienda italiana (la capogruppo Conserve Italia, ndr) aumenti nei costi produttivi superiori ai 100 milioni di euro, di cui 50 milioni in più per i rincari energetici; e questo a fronte di un volume d’affari che quest’anno sfiorerà i 700 milioni di euro. Sono numeri difficili da sostenere nel medio e lungo periodo”.

Chi si dovrà sobbarcare questi maggiori costi? 

“Sin dall’inizio di questa bolla speculativa e inflattiva, innescata dalla repentina ripresa post-Covid e ingigantita dalle conseguenze della guerra in Ucraina, abbiamo sempre auspicato che i rincari nei costi venissero ripartiti in maniera equa lungo tutta la filiera produttiva, senza che venissero scaricati su un solo anello. Lo ribadiamo anche oggi, consapevoli però che non sia realistico pensare di portare nei prezzi al consumatore tutte le conseguenze economiche di questa situazione; si troverebbero a dover pagare una bottiglia di passata o un brik di succhi di frutta a prezzi completamente fuori mercato. Per questo sia la base sociale agricola che l’industria di trasformazione, che nel nostro caso sono all’interno della stessa azienda, devono fare la loro parte (come abbiamo fatto fino adesso), così anche nostri clienti del retail e i distributori dell’horeca. Anche al consumatore spetta uno sforzo, perché dovrà fare i conti con ulteriori aumenti nei beni alimentari, che non saranno certamente sufficienti a coprire le maggiori spese di produzione”.

Qualcuno vi chiede di adottare politiche di efficientamento, anche a livello energetico.

“Fanno bene a chiederlo, da parte nostra lo facciamo costantemente e da molti anni. Proprio negli ultimi mesi abbiamo portato a termine importanti interventi di efficientamento energetico in alcuni nostri stabilimenti. Inoltre, investiamo nella produzione di energia da fonti rinnovabili come biogas, eolico, idroelettrico e fotovoltaico; ma tutte queste iniziative non sono sufficienti quando ci troviamo a fare i conti con un costo del gas decuplicato rispetto a un anno fa, con il costo dell’energia che da pochi punti percentuali nel giro di un anno è arrivato a pesare per il 20% nei costi di produzione”.

Che cosa chiedete alle Istituzioni?

“Credito di imposta per non bloccare lo sviluppo delle aziende, rateizzazione dei pagamenti delle bollette, riduzione momentanea dell’IVA su cibo e bevande per tutelare il potere d’acquisto dei consumatori. E ancora il tetto europeo al prezzo del gas che ci permetterebbe una maggiore stabilità, oltre al riconoscimento della specificità per le realtà agro-industriali che non sempre riescono a rientrare nei parametri delle cosiddette aziende energivore presentando picchi elevati di consumi concentrati in pochi mesi a causa della stagionalità delle produzioni. Inoltre, occorre sostenere maggiormente l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle aziende, slegandola dal solo autoconsumo con azioni che favoriscano anche la vendita sul mercato libero”.

Galleria fotografica Lavorazione pomodoro Conserve Italia Lavorazione pomodoro Conserve Italia Lavorazione pomodoro Conserve Italia Lavorazione pomodoro Conserve Italia
agu - 26541

EFA News - European Food Agency
Simili