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World Pasta Day, ricerca e tecnologia per stare al passo coi tempi

Domani si celebra la ricorrenza della tipicità made in Italy che va salvaguardata

È fissato per domani l'appuntamento (atteso) con il World Pasta Day 2022 che si celebra il 25 ottobre. Un'occasione per "festeggiare" questo alimento così accessibile, facile da preparare ma così complesso nella sua produzione a cominciare dalla materia prima che si ottiene dalla produzione agricola, ma anche un momento di riflessione per ribadire l’importanza di rimettere il comparto cerealicolo al centro dell’agricoltura nazionale. Questo, almeno, quanto sottolinea Confagricoltura in occasione della ricorrenza di questa produzione simbolo del made in Italy.

L’Italia è infatti il primo Paese produttore di pasta con 3,6 milioni di tonnellate l’anno, per oltre il 60% esportata. Secondo il centro Studi di Confagricoltura, la coltivazione di frumento duro nel nostro Paese copre 1,26 milioni di ettari di superficie ed è la coltura più estesa in Italia, con una produzione raccolta totale di oltre 3,9 di tonnellate. 

Tra le regioni con maggiore presenza degli ettari coltivati a grano duro spiccano:

  • la Puglia con 344.700 ettari e 688 mila tonnellate di produzione raccolta;
  • la Sicilia con 272.405 ettari e 813 mila tonnellate;
  • la Basilicata con 115.236 ettari per 321 mila tonnellate.

Nella top five delle regioni italiane in fatto di produzione si fanno notare Emilia Romagna e Marche che con 85 mila e 90 mila ettari rispettivamente, producono 375 mila e 467 mila tonnellate di frumento duro. Un prodotto apparentemente semplice e comune ma che va salvaguardato, visto che subisce anch’esso le ripercussioni indirette del clima pazzo e i rincari record dei costi di produzione scatenati dalla crisi energetica conseguente al conflitto Russia-Ucraina. Proprio alla luce della situazione determinata da questo particolare momento storico, secondo Confagricoltura, è essenziale adattare la nostra capacità produttiva ai mutamenti climatici, intensificare in modo sostenibile le produzioni tramite investimenti materiali e immateriali affinché le imprese italiane producano di più e meglio, per soddisfare consumatori sempre più esigenti. 

Ora più che mai, ritiene l’Organizzazione agricola, si rende necessario far ricorso alla ricerca e alle tecnologie: il settore dei seminativi è uno di quelli che può avvantaggiarsi di più dalla innovazione in tutti i campi: dall’agricoltura di precisione al miglioramento genetico di ultima generazione. Sono necessari, sostiene l'organizzazione, nuovi protocolli per la definizione dei parametri di qualità, oltre che promuovere e garantire l'adozione di contratti di filiera sempre più chiari e trasparenti, così da rendere più remunerativa la coltivazione del grano duro per tutti gli operatori. 

Proprio per questo è stato sviluppato il sistema FruClass, ideato dall'Università degli Studi della Tuscia e sostenuto dal Coordinamento Agrinsieme, nell'ambito del protocollo per la valorizzazione del grano duro, siglato con tutte le organizzazioni della filiera grano duro-pasta.



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EFA News - European Food Agency
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