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CLARA MOSCHINI

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Soia, quella statunitense è sempre più sostenibile

L'ampliamento del protocollo Ssap consente di monitorare il raggiungimento degli obiettivi ESG

Riduzione del 43% delle emissioni gas serra (GHG) per tonnellata di prodotto e +60% di efficienza nell'utilizzo di acqua per irrigazione: sono solo due dei vantaggi ambientali che vengono certificati dal protocollo di sostenibilità statunitense SSAP. Vantaggi che possono permettere di garantire anche ai consumatori finali la possibilità di offrire un prodotto (per esempio le carni da allevamenti nei quali la soia è un nutriente fondamentale) da approvvigionamento sostenibile.

Il Soy Sustainability Protocol è è stato infatti ampliato per consentire, fino a quattro volte, il trasferimento delle certificazioni, soddisfacendo così una necessità degli acquirenti che ora hanno un ulteriore strumento a sostegno del loro impegno per la sostenibilità ambientale. Questa importante modifica del protocollo, introdotta dall’ente di certificazione Soy Export Sustainability e parzialmente finanziata dal Soybean Checkoff statunitense, consente ai clienti di tenere un registro degli acquisti sostenibili effettuati presso U.S. Soy, di monitorare il raggiungimento degli obiettivi ESG (Environmental, Social e Governance) e dimostrare i progressi compiuti in questa direzione. Gli importatori potranno ottenere una certificazione a loro nome dall’esportatore dal quale acquistano e potranno poi trasferirla ai propri clienti, fino a un massimo di quattro volte dopo l’esportazione.

Soddisfatti i produttori, come Bunge, multinazionale americana con una filiale importante anche in Italia. “Garantire l’approvvigionamento sostenibile dei prodotti è un aspetto fondamentale del nostro impegno verso filiere interamente responsabili" ha spiegato Dessislava Barzachka, EA Sustainability Execution Manager di Bunge. "Siamo felici di vedere che le certificazioni SAAP migliorano in continuazionecosì come le metodologie sempre più efficaci e trasparenti utilizzate per misurare le performance di sostenibilità. Le certificazioni trasferibili sono fondamentali per noi e i nostri clienti in quanto consentono di tracciare e verificare che i prodotti a base di soia di cui ci riforniamo siano coltivati in modo sostenibile, dando così un contributo positivo al sistema alimentare globale”.

Il protocollo SSAP, sviluppato nel 2013, è un approccio integrato e controllato da enti terzi e che verifica la produzione sostenibile di soia. Il sistema è fatto in modo da mantenere il bilancio di massa (ovvero il conteggio di tutti gli input e output coinvolti nel processo) della soia sostenibile e certificata ad ogni trasferimento, tenendo anche in considerazione le fasi di lavorazione lungo tutta la catena.

Nell’immediato questa novità nel protocollo SSAP consente agli importatori di certificare che il loro approvvigionamento di soia è avvenuto in modo sostenibile. Nel lungo periodo potrebbe però contribuire anche a far aumentare la domanda di questi prodotti da parte dei loro clienti, visto il crescente interesse dei consumatori verso tutto ciò che riguarda la sostenibilità.

 Il protocollo ha anche recentemente ottenuto la Silver Level Equivalence nell’ambito del Farm Sustainability Assessment (FSA) 3.0 della Sustainable Agriculture Initiative Platform (SAI Platform). È inoltre valutato positivamente rispetto alle linee guida per l'approvvigionamento di soia della FEFAC, la Federazione Europea dei Produttori di Mangimi Composti, attraverso l'agenzia indipendente International Trade Centre (ITC), ed è riconosciuto sia dalle Sustainable Soy Sourcing Guidelines del Consumer Goods Forum che dalle Best Aquaculture Practices della Global Seafood Alliance.

Gli altri vantaggi raggiunti dai produttori di soia certiifcati SSAP sono un aumento del 48% dell'efficienza di utilizzo del suolo suolo, del 46% dell'utilizzo di energia, del 34% delle condizioni di conservazione del suolo e del 130% della produzione di soia a parità di suolo.

agu - 27267

EFA News - European Food Agency
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