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CLARA MOSCHINI

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Crisi alimentare globale: serve investire in catene del freddo sostenibili

Rapporto Onu: per mancanza di refrigerazione efficace perdute 526 mln di tonn di alimenti

Con l'aumento dell'insicurezza alimentare e del riscaldamento globale, per ridurre la fame, fornire mezzi di sussistenza alle comunità e adattarsi ai cambiamenti climatici -ha affermato l'Onu-, i governi, l'industria e i produttori dovrebbero investire in catene del freddo alimentari sostenibili. Lanciato il 12 novembre alla 27esima Conferenza sui cambiamenti climatici, il Rapporto sulle catene del freddo alimentari sostenibili del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), rileva che le catene del freddo alimentari sono fondamentali per affrontare la sfida di nutrire altri due miliardi di persone entro il 2050, e sfruttare la resilienza delle comunità rurali, evitando al contempo l'aumento delle emissioni di gas serra.

Il rapporto è stato sviluppato nell'ambito della Cool Coalition guidata dall'UNEP in collaborazione con FAO, e col Segretariato per l'ozono, col programma UNEP Ozon Action, e con la Climate and Clean Air Coalition. "In un momento in cui la comunità internazionale deve agire per affrontare la crisi climatica e alimentare, le catene del freddo alimentari sostenibili possono fare un'enorme differenza", ha affermato Inger Andersen, direttore esecutivo dell'UNEP. “Queste ci consentono di ridurre la perdita di cibo, migliorare la sicurezza alimentare, rallentare le emissioni di gas serra, creare posti di lavoro, ridurre la povertà e rafforzare la resilienza, tutto in un colpo solo”.

Il numero di persone colpite dalla fame nel mondo è salito a 828 milioni nel 2021, con un aumento anno su anno di 46 milioni, si legge in una nota FAO. Nel 2020 quasi 3,1 miliardi di persone non potevano permettersi una dieta sana (in aumento di 112 milioni rispetto al 2019), poiché gli impatti economici della pandemia di Covid avevano fatto aumentare l'inflazione. Quest'anno invece il conflitto in Ucraina ha fatto aumentare i prezzi dei cereali di base, minacciando la sicurezza alimentare. Tutto ciò avviene mentre si stima che circa il 14% di tutto il cibo prodotto per il consumo umano vada perso prima di raggiungere il consumatore. La mancanza di un'efficace catena del freddo per mantenere la qualità, il valore nutritivo e la sicurezza degli alimenti è uno dei principali fattori che contribuiscono alla perdita di cibo.

Secondo il rapporto, i paesi in via di sviluppo potrebbero risparmiare 144 milioni di tonnellate di cibo all'anno se le infrastrutture legate alla catena del freddo alimentare raggiungessero lo stesso livello dei paesi sviluppati. Poiché la perdita di cibo post-raccolto riduce del 15% il reddito di 470 milioni di piccoli agricoltori, principalmente nei paesi in via di sviluppo. Investire in catene del freddo alimentari sostenibili aiuterebbe a far uscire queste famiglie contadine dalla povertà. Le catene del freddo alimentari sostenibili possono fare un'importante differenza nei nostri sforzi collettivi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. "Tutte le parti interessate possono contribuire all'attuazione dei risultati evidenziati in questo rapporto, per trasformare i sistemi agroalimentari in modo che siano più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili, per una migliore produzione, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti, senza lasciare indietro nessuno ” ha affermato QU Dongyu, direttore generale della FAO.

La catena del freddo alimentare ha gravi implicazioni per il cambiamento climatico e l'ambiente. Le emissioni dovute a perdite e sprechi alimentari causati dalla mancanza di refrigerazione hanno totalizzato circa 1 gigatonnellata di anidride carbonica (CO2) equivalente, nel solo 2017, a circa il 2% del totale delle emissioni globali di gas serra. In particolare contribuisce alle emissioni di metano, un inquinante climatico potente ma di breve durata. Agire ora contribuirebbe a ridurre le concentrazioni atmosferiche di metano in questo decennio.
Complessivamente la catena del freddo alimentare è responsabile di circa il 4% delle emissioni globali di gas serra allorché si includono le emissioni delle tecnologie della catena del freddo e la perdita di cibo causata dalla mancanza di refrigerazione.

La perdita di cibo danneggia anche il mondo naturale determinando un'inutile conversione della terra per scopi agricoli e l'uso di risorse come acqua, combustibili fossili ed energia. Ridurre la perdita e lo spreco di cibo -rincara il Rapporto-, potrebbe avere un impatto positivo sui cambiamenti climatici, ma solo se le nuove infrastrutture legate al raffreddamento sono progettate per utilizzare gas con un basso potenziale di riscaldamento globale, per essere efficienti dal punto di vista energetico e per funzionare con energie rinnovabili. A tal proposito, l'adesione dell'emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, e la Dichiarazione di Roma sul "contributo del Protocollo di Montreal allo sviluppo sostenibile della catena del freddo per la riduzione degli sprechi alimentari" offrono un'opportunità unica per accelerare lo sviluppo di catene del freddo alimentari sostenibili.

Progressi in corso

I progetti sviluppati in tutto il mondo dimostrano che le catene del freddo alimentari sostenibili stanno già facendo la differenza. In India, un progetto pilota ha ridotto del 76% le perdite di kiwi, riducendo al contempo le emissioni attraverso l'espansione dell'uso del trasporto refrigerato. In Nigeria, un progetto per l'installazione di 54 ColdHub operativi ha impedito il deterioramento di 42.024 tonnellate di cibo e ha aumentato del 50% il reddito familiare di 5.240 piccoli agricoltori, rivenditori e grossisti. Ma questi programmi, tra l'altro inseriti tra i molti altri casi di studio nel nuovo Rapporto, sono ancora l'eccezione piuttosto che la norma. Dunque allo scopo di espandere le catene del freddo alimentari sostenibili a livello globale, il Rapportocontiene una serie di raccomandazioni per i governi e per le parti interessate, tra cui:

• Adottare un approccio sistemico olistico alla fornitura della catena del freddo alimentare, riconoscendo che la fornitura di tecnologie di raffreddamento da sola non è sufficiente.

• Quantificare e confrontare l'uso di energia e le emissioni di gas serra nelle catene del freddo alimentari esistenti e identificare le opportunità di riduzione.

• Collaborare ed effettuare valutazioni dei bisogni della catena del freddo alimentare e sviluppare piani d'azione nazionali per il raffreddamento, coi relativi costi e applicazioni, supportati da azioni e finanziamenti specifici.

• Implementare e far rispettare gli ambiziosi standard minimi di efficienza e monitoraggio, per prevenire le importazioni illegali di attrezzature per la catena del freddo alimentare e refrigeranti inefficienti.

• Eseguire dimostrazioni di sistema su larga scala per mostrare gli impatti positivi delle catene del freddo sostenibili, e come gli interventi possono creare soluzioni sostenibili e resilienti.

• Istituire centri multidisciplinari per lo sviluppo della catena del freddo alimentare a livello nazionale e/o regionale.

CTim - 27520

EFA News - European Food Agency
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