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CLARA MOSCHINI

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Allarme rosso per il kiwi italiano

La siccità ha influito negativamente sulla produzione crollata del 20% circa

Desta preoccupazioni la campagna commerciale del kiwi 2022/23. Il cambiamento del clima, con siccità e temperature estive elevate, comprese fra 37° e 40°, hanno influito negativamente sul ciclo biologico del frutto. Per questo, dicono gli esperti, la produzione è stata penalizzata quantitativamente di circa il 15-20%, con conseguenze anche dal punto di vista organolettico. Secondo gli addetti ai lavori, nell'Agro Pontino gli actinidieti, ossia le piante di actinidia che hanno come frutti i kiwi, quest'estate hanno evidenziato "necrosi fogliare con perdita di clorofilla sulle foglie", cosa che ha inciso negativamente sul processo della fotosintesi clorofilliana: a risentirne, prima di tutto, il meccanismo nutrizionale della pianta. A causare i danni maggiori è stata la siccità che ha impoverito la massa verde delle erbe che contribuisce a fornire materia organica al suolo. 

Ad aggravare la situazione ci si sono messi ovviamente i rincari. E così, se nel 2021, i costi di produzione sono stati di circa 0,45 euro al chilo, mentre il realizzo dalla vendita dei frutti di buona pezzatura è stato di circa 1-1,10 Euro/kg, per la campagna commerciale attuale i produttori, tra siccità, rincari e inflazione, hanno sostenuto costi di produzione di poco meno del doppio rispetto al 2021. In pratica, per le partite di ottima pezzatura sono stati offerti 70-80 centesimi di Euro al chilo. 

La campagna commerciale, che è iniziata in questo mese di novembre, ha creato negli actinidicoltori molta preoccupazione per via delle basse quotazioni iniziali ottenute anche al di là dei confini. La Grecia, per esempio, che produce annualmente circa 300 mila tonnellate di kiwi, ha venduto i frutti verdi a 0,45-0,50 Euro al chilo, meno della metà rispetto alla quotazione del 2021. 

Quello della Grecia non è un esempio fatto a caso: il Paese infatti è uno dei cinque maggiori produttori mondiali di kiwi insieme a Cina, Italia, Nuova Zelanda, e Cile. L'annata negativa della Grecia ha infatti trascinato al ribasso i prezzi che dei produttori italiani nel commercio libero.

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EFA News - European Food Agency
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