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Packaging/3. Norme Ue troppo vincolanti

Dura presa di posizione da parte di Alleanza cooperative agroalimentari

“L’ennesima conferma del protagonismo della Commissione Europea nel tracciare una rotta per la transizione ecologica, ancora una volta viziata da scarso realismo e un approccio ideologico”. Così, senza tanti giri di parole, Carlo Piccinini, presidente di Alleanza cooperative agroalimentari ha bocciato la proposta di regolamento del Parlamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, presentata dalla Commissione Europea.

“Nessuno di noi mette in dubbio la necessità di contribuire all’obiettivo di preservare il nostro ambiente ma le modalità prescelte penalizzano ancora una volta il nostro Paese, che nel corso degli ultimi anni ha fatto passi da gigante nel riciclo, implementando nuove tecnologie di recupero e trasformazione degli imballaggi”, sottolinea il manager.

Entrando nello specifico, l'organismo cooperativo esprime grosse preoccupazioni rispetto al divieto per imballaggi in plastica monouso per le referenze dell’ortofrutta fresca di peso inferiore a 1,5 chili, senza che si ponga il problema della disponibilità di valide alternative, economicamente sostenibili per gli operatori, ma soprattutto capaci di preservare la salubrità e la shelf life degli alimenti.

L'alleanza delle cooperative fa notare che non è esente dai nuovi obblighi previsti dalla Commissione il settore vitivinicolo e quello delle bevande alcoliche, chiamato a raggiungere già nel 2030 il target del 5% di ricorso a imballaggi riutilizzabili, con la necessità di dover creare sistemi di raccolta e di aumentare molto probabilmente i consumi di acqua.

Infine, secondo Piccinini è necessaria una valutazione più attenta se non si vuole correre il rischio che il passaggio a strumenti diversi di imballaggio paradossalmente contraddica gli stessi obiettivi delle politiche europee e internazionali, generando nuove forme di sprechi alimentari e di consumo delle risorse naturali.

“Ci piacerebbe -dice il presidente- che dall’Europa arrivassero direttive più chiare e flessibili, che lasciano agli Stati membri e alle aziende la possibilità di una loro declinazione pratica, all’interno di un contesto di mercato dal quale a mio avviso non si può mai prescindere. In altre parole, l’Europa non può entrare in maniera così impattante nella gestione commerciale delle imprese". 

"Il rischio, altrimenti -aggiunge il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari- è quello di trovarsi a competere sui mercati internazionali con concorrenti asiatici o americani che, anche quando operano all’interno di normative rispettose dell’ambiente, e già questo non è scontato, lo fanno senza che le proprie attività o dinamiche commerciali siano vincolate da una burocrazia asfissiante”.

Secondo l'organizzazione, l’obiettivo di tutela ambientale da perseguire nella nuova normativa sul packaging “è condivisibile, ma va conseguito attraverso regole chiare e principi basati maggiormente su valutazione scientifiche, a partire dall’impatto del carbonio e dall’uso dell’acqua per gestire il riutilizzo dei contenitori. Non si può continuare a fissare obiettivi senza valutarne la realizzabilità concreta”, conclude Piccinini.

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EFA News - European Food Agency
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