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L'ittico al centro del mercato del futuro

Intervista esclusiva con Fabio M. Pallottini, dg Car e presidente Italmercati

Fare squadra. E cioè favorire sempre più la collaborazione tra mondo della pesca e mercati centrali. Ma anche puntare all’innovazione, creando spazi ad hoc per la trasformazione del prodotto. Queste le future missioni dei mercati ittici. Parola di Fabio Massimo Pallottini, direttore generale Car, Centro Agroalimentare Roma, e presidente di Italmercati: che in occasione della manifestazione Pesce in Piazza di Roma, ha fatto il punto con EFA News sul ruolo dei grandi mercati nella filiera ittica e nella promozione del consumo. 

“Io sono un grande teorico del lavoro comune”, spiega Pallottini, “e a mio parere occorre superare la diffidenza storica che da sempre il pescatore nutre nei confronti del commerciante, insieme a una certa idea, sbagliata, di autosufficienza coltivata da entrambe le parti. No, il pescato italiano va valorizzato e promosso da professionisti. La gran parte passa del resto per i mercati centrali, con una diversità di provenienza e di prodotto tal quale che non ha paragoni altrove”.

I numeri parlano chiaro: per i 19mila mq del mercato ittico del Car di Roma (quest’ultimo con i suoi 145 ettari il più grande d’Italia e il terzo in Europa), transitano ogni anno 80mila tn di prodotto, di cui il 42% di cattura, proveniente per il ben 65% dal territorio nazionale e solo il restante 35% dall’estero. Seguito a ruota da un 28% di allevato e 20% di congelato. Il tutto per un volume d’affari pari agli 800 milioni di Euro. Fortissimi i legami con tutte le marinerie dell’Italia centrale e meridionale. Ma altrettanto importante il rapporto con il commercio di vicinato: visto che il Centro è fornitore pressocché esclusivo di pescherie e mercati rionali, a garanzia per il cliente di una totale tracciabilità. Dati questi che dovrebbero far riflettere molti ristoratori, per i quali è spesso più smart vantarsi di “avere una barca” di cui servirsi per approvvigionarsi di pesce fresco. 

“La vera filiera corta è la nostra”, chiarisce Pallottini. “L’altra sera al Centro, grazie anche al mare calmo, c’era una quantità incredibile di prodotto proveniente da Civitavecchia, Anzio e Fiumicino pescato nel pomeriggio e pronto per partire, in una sequenza velocissima. E anche da noi operano armatori con contratti con piccole barche. Se ci sono più passaggi? Il nostro è un polo con funzioni di servizio, non di passaggi. Servizi di valorizzazione, commercializzazione, distribuzione e di controllo: non a caso presso il mercato pubblico opera un presidio veterinario che fa anche buttare il prodotto in caso di irregolarità. E una garanzia simile per un alimento sensibile come il pesce è difficile trovarla da altri parti. Interessa avere un servizio di questo genere? Io penso proprio di sì. Ci sarà un minimo costo in più, ma motivato per l’appunto da questa serie di servizi”. 

Ma anche sul fronte dei prezzi i mercati centrali possono giocare un ruolo fondamentale. Quanto può incidere il Car per calmierare i prezzi? "Moltissimo”, spiega ancora Pallottini. “Le 35 aziende operanti presso il mercato non avranno tutte lo stesso prodotto comparabile (e questo è un pregio). Ma se in 30, alla stessa ora, avranno tutti delle spigole è inevitabile che scatterà la concorrenza e sarà possibile spuntare prezzi più bassi. La concorrenza è il sale del commercio: e questo con la barchetta singola o il magazzino non può certo avvenire: il prezzo che fanno è quello e non si discute. Ecco perché è importante, e per questo sto lavorando con Italmercati, promuovere il ruolo strategico e la vera immagine dei mercati pubblici”.

Se non sono previste nell’immediato futuro ulteriori aperture al pubblico del CAR, a parte quella consueta del sabato mattina (ideata per consentire al grossista di smaltire le eccedenze e al consumatore di acquistare pesce a prezzi molto convenienti) si profila invece la nascita di nuove aree di trasformazione, una volta ottenuto il via libera da parte delle autorità sanitarie. Il tutto per venire incontro alle richieste della ristorazione e del mercato, in cerca sempre più di semilavorati, e per conferire valore aggiunto al pescato. “E’ un’attività innovativa che dovrà affiancare quella tradizionale del mercato come polo di vendita del prodotto tal quale. A Madrid, il più grande mercato del pesce d’Europa, avviene da tempo così. In Spagna peraltro quasi tutto il pescato nazionale transita per i mercati centrali. E la mia idea è che in Italia dovrebbe avvenire la stessa cosa, magari creando un marchio di tutela. conclude il direttore", conclude il direttore. 

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EFA News - European Food Agency
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