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Rilanciare l'esportazione agroalimentare italiana

Luigi Scordamaglia (Filiera Italia): puntare a 120 miliardi di export in 5 anni

"Rilanciare e dare ancora più sostegno all'export dell'agroalimentare italiano". È questo, in estrema sintesi, l'appello che Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, l'associazione che unisce il mondo dell'agricoltura e quello dell'industria alimentare. Bene la manovra del governo, dice  tracciando un bilancio di fine anno e guardando al prossimo. Il 2022 si chiude intorno ai 60 miliardi di Euro -aggiunge il presidente-, per affermare il modello made in Italy a livello mondiale e contrastare con grandi alleanze, non solo in Europa, un modello che 4 o 5 multinazionali vorrebbero imporre, fatto di cibo sintetico, carne e latte di sintesi e perfino olio di sintesi". Considerate le ristrettezze, la nuova manovra secondo Filiera Italia, "dà la giusta importanza a un settore che vale complessivamente 580 miliardi di Euro con oltre 4 milioni di occupati, e lo rimette in una posizione di centralità strategica per il Paese". Per quanto riguarda il Pnrr, Scordamaglia ribadisce che, insieme a Coldiretti, "chiediamo di raddoppiare da 5 a 10 miliardi di Euro le risorse destinate al settore visto che, solo per i contratti di filiera, sono state presentate domande per 5 miliardi, 1,5 solo di Filiera Italia e Coldiretti, a fronte di una disponibilità prevista di 1,2 miliardi". 

In particolare, per l'export, guardando ai risultati ottenuti nei primi dieci mesi del 2022, con un +5,8% di volume e un valore del +20%, nonostante il momento di estrema difficoltà , "possiamo puntare a un obiettivo non troppo lontano e realistico, a 5 anni, di 120 miliardi di Euro", conferma il presidente che, per il prossimo anno, mette in primo piano anche l'innovazione robotica. La sfida prioritaria, secondo il manager, è la lotta al cibo sintetico. Sono già 350 mila le firme raccolte dalla mobilitazione di Filiera Italia e Coldiretti per promuovere la legge che ne vieti produzione, uso e commercializzazione in Italia e per fermare ogni possibile richiesta di autorizzazione che potrebbe essere presentata già nel 2023 per l'immissione in commercio in Europa, dopo il via libera della Fda negli Stati Uniti. 

"Noi -ribadisce Scorsamaglia- abbiamo tutti i presupposti per far sì che l'agroalimentare italiano diventi modello di riferimento mondiale. Bisogna essere pronti a fare grandi battaglie e a stringere grandi alleanze. Ci siamo riusciti con il Nustriscore, ci dobbiamo riuscire con chi vuole imporre cibi iperprocessati e sintetici. Non è una battaglia che giova solo al nostro Paese ma che tutta Europa e tutto il mondo hanno interesse a intraprendere perché coincide con benefici economici-occupazionali, ambientali e dei consumatori". 

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EFA News - European Food Agency
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