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Carburanti impazziti, agroalimentare in difficoltà

In Italia l’88% delle merci viaggia su strada: gli aumenti impattano sulla spesa dei consumatori

La Procura di Roma indaga già adesso sui rincari, compresi i prezzi del carburante, nell'ambito di un fascicolo aperto per individuare eventuali speculazioni. Per quanto riguarda, più da vicino, benzina e diesel, fonti del Mef confermano che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti ha già dato mandato alla Guardia di finanza di monitorare la situazione e che la prossima settimana verranno resi noti i risultati dei controlli effettuati. 

Nel frattempo, con i prezzi del carburante già impazziti, interviene Coldiretti che, in un comunicato ufficiale lancia l'allarme per il settore agroalimentare. "In un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori". 

Secondo la confederazione, a subire le conseguenze dei rincari è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano a incidere per un terzo sul totale dei costi per frutta e verdura. Un effetto preoccupante, quello dei rincari del carburante, che si va ad aggiungere all’impennata dell’inflazione che ha già pesato sul carrello degli italiani. Acquistare cibi e bevande nel 2022 è già costato quasi 13 miliardi in più a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, con l'aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole.

Se il caro prezzi pesa sul carrello della spesa dei consumatori più di un'azienda agricola su 10, pari al 13%, sottolinea Coldiretti, è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività: un terzo del totale nazionale, pari al 34% di esse, si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo analisi Coldiretti su dati Crea.

La produzione agricola e quella alimentare in Italia sono infatti particolarmente sensibili all’andamento delle quotazioni poiché assorbono oltre l'11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea. 

A pesare sono anche i ritardi infrastrutturali dell’Italia dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 Euro a chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 Euro a chilometro) e la Germania (1,04 Euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

“In tale ottica il Pnrr può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo -spiega il presidente Ettore Prandini-. È necessario aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del Pnrr andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di Euro di investimenti tra risorse private e pubbliche".

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EFA News - European Food Agency
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