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Pesca: in Sicilia torna la diatriba sul novellame di sarda

Gli ambientalisti ne contestano la diffusione ma non entrano nel merito delle ragioni del divieto

Torna tenere banco in Sicilia e in Calabria la querelle sul novellame di sarda, attualmente illegale. A denunciare la pratica è il Gruppo Anti-bracconaggio Adorno che lancia l'allarme riguardo alla diffusione delle prime partite del prodotto nelle pescherie catanesi.

Si tratta, sottolineano dal collettivo ambientalista, di una pratica illegale: il novellame di sarda non può essere pescato, detenuto, venduto e comprato in nessun periodo dell’anno, "perché si tratta di pesce allo stato giovanile e quindi al di sotto della misura minima stabilita dalla legge".

"Eppure - prosegue il gruppo Adorno - la neonata continua ad essere abusivamente pescata in grosse quantità, in spregio della legge. Ciò determina l’impoverimento dell’ambiente marino, poiché la sarda sta alla base della catena alimentare di gran parte della fauna marina, con gravi ripercussioni su tutte le specie di pesci e mammiferi e dunque sulla biodiversità".

La sarda neonata continuerebbe ad essere venduta nei mercati siciliani (tra i quali quello di Ballarò a Palermo e della Pescheria a Catania), talvolta persino servita nei menu a ristorante . Ciò avviene, spiegano gli ambientalisti menzionati, "perché i controlli sulla vendita sono insufficienti e perché con una modifica legislativa introdotta nel 2016, lo Stato Italiano ha depenalizzato questi illeciti, sostituendo le sanzioni penali con sanzioni amministrative (tra i 1000 e i 3000 euro, fino ai 20mila euro, in caso di quantità superiori). Che i venditori abusivi spesso non pagano. E, soprattutto, perché calabresi e siciliani continuano illegalmente ad acquistarla".

Una polemica che si rinnova puntualmente ogni anno, senza però mai entrare realmente nel merito del perché questo tipo di pesca e il relativo commercio siano illegali e nemmeno del perché puntualmente si riesca ad aggirare il divieto.

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EFA News - European Food Agency
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