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Croazia, il nuovo Euro fa volare il caffè

Entrata in vigore pochi giorni fa la moneta unica fa impazzire i prezzi: la tazzina da 1 a 1,5 Euro

Tutto il mondo è paese. Il luogo comune vale anche per la Croazia che, entrata il 1° gennaio scorso nell'Eurozona con l'adozione della moneta unica, ha subito registrato una forte impennata dei prezzi, specie di generi alimentari e dei servizi. La stessa cosa, a ben vedere, successe in Italia vent'anni e passa fa, con l'entrata in funzione dell'Euro. I rincari sono ritenuti ingiustificati dal governo croato, che ha annunciato un intervento nei prossimi giorni.

La maggior parte degli aumenti riguarda "arrotondamenti" che in molti casi superano di molto la logica della conversione, con rincari dal 5% fino al 20% rispetto ai prezzi precedenti l'introduzione della moneta unica europea. Per questo molti commercianti, ristoratori e anche alcune catene di supermercati sono stati accusati dalla stampa di aver approfittato del cambio della valuta. 

Sulle reti social è esplosa anche l'ira dei cittadini, che denunciano rincari per pane e burro anche del 30%. Ad accusare "una parte dei commercianti e imprenditori di approfittare della transizione dalle kune croate all'euro con questo comportamento irresponsabile" è stato anche il primo ministro Andrej Plenković, che ha annunciato interventi se entro venerdì la situazione non si normalizzerà.

Plenković ha detto che il governo dispone di strumenti forti "che non esiterà ad adoperare": tra questi strumenti, si parla di aumenti di tasse e imposte mirati, abolizioni di sussidi per gas ed energia e anche il congelamento di prezzi per centinaia di articoli ai livelli di dicembre.

“I prezzi schizzano ovunque”, scrive il sito web index.hr riportato da Repubblica. Lo spunto sono due aumenti che tengono banco in queste ore: un caffè, che a dicembre costava ancora 8 kuna, poco più di un Euro, ora costa 1,2 Euro e anche 1,5 Euro. Il cappuccino è passato da 12 kuna, ossia 1,6 Euro, a 2 Euro. E se per andare dal barbiere si spendevano otto euro, adesso bisogna sborsarne dieci. “La Croazia è indignata” ha riassunto 24sata.hr. 

In Croazia l’inflazione generale è già molto alta, al 13%, ma il passaggio dal kuna all’Euro, come ha tuonato il premier, “non dovrebbe essere un motivo per aumentare i prezzi e i servizi”. Nei giorni scorsi il capo del governo è stato costretto a riunire il suo gabinetto con la dogana e gli ispettori fiscali per una vera e propria seduta di crisi. 

Il ministro dell’Economia, Davor Filipovic, ha rivelato che il governo sta discutendo “intensamente” l’ipotesi di denunciare pubblicamente gli esercizi commerciali che speculano sui prezzi. “Stiamo considerando -dice Filipovic- l’opzione di una lista della vergogna e di rendere pubblici i nomi di coloro che lavorano per danneggiare i nostri cittadini e aumentare l’inflazione”.

I commercianti, da parte loro, hanno fatto sapere di essere “sgradevolmente sorpresi e scioccati” dalle dichiarazioni del ministro. E il presidente dell’Associazione dei negozianti, Martin Evacic, smentisce categoricamente che ci siano stati “arrotondamenti” generali. “È deplorevole che ci siano stati singoli abusi -sottolinea Evacic-. Non dimentichiamoci però che l’inflazione viaggia già al ritmo del 13% e che nel caso dei beni alimentari tocca picchi del 19%”. 

Ana Kneževic, esponente dell’associazione dei consumatori riporta “rabbia e delusione” dei cittadini, che avevano già subito forti rincari nell’ultimo anno: il prezzo del pane era già aumentato del 30% nel corso del 2022, e la corsa dell’inflazione si era già fatta sentire nei reparti dei beni alimentari. 

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EFA News - European Food Agency
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