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Pernod Ricard nei guai in India

L'accusa è di aver violato la politica sugli alcolici a Nuova Delhi

Inizia con qualche difficoltà il 2023 di Pernod Ricard. L'azienda di spirit che ha chiuso un 2022 in gran spolvero tra l'acquisto di una distilleria da 250 milioni di dollari negli Usa (vedi articolo Usa, Pernod costruisce distilleria carbon neutral) e l'acquisizione del marchio Cockorico (vedi articolo Pernod Ricard, fine anno col botto) adesso se la deve vedere con le autorità indiane che l'accusano di aver violato la politica sugli alcolici. 

Secondo quanto riportato da Reuters, Pernod Ricard India "nega con forza" le accuse mosse dall'Enforcement indiano. Nei documenti depositati in tribunale a novembre, l'Enforcement directorate indiano ha affermato che Pernod India ha fornito garanzie aziendali per un valore di 2 miliardi di rupie, pari a 25 milioni di dollari nel 2021 alla banca HSBC. 

L'accusa sostiene che i soldi sarebbero serviti ad agevolare una serie di prestiti ai rivenditori che, a loro volta, avrebbero utilizzato i fondi per "ungere le ruote", diciamo così, facilitando l'ottenimento delle licenze dei negozi di liquori a Nuova Delhi. Sempre secondo le autorità, Pernod India in pratica è accusata di avere sostenuto finanziariamente i retailer: in cambio, avrebbero portato a casa maggiori scorte dei loro marchi in vendita ma, soprattutto, hanno aumentato la sua quota di mercato.

Tutto questo in contrasto con la politica del governo di Delhi che vieta ai produttori di partecipare alle vendite al dettaglio direttamente o indirettamente: Pernod, dunque, avrebbe agito "in violazione" di queste norme, perché avrebbe effettivamente utilizzato garanzie bancarie per investire direttamente nei rivenditori. 

A novembre scorso è stato arrestato Benoy Babu, responsabile dei marchi internazionali di Pernod India; l'uomo si è visto confermare pochi giorni fa la permanenza in cella. L'accusa, per lui riciclaggio di denaro secondo le leggi indiane e di aver violato le norme di Delhi in materia di alcolici. Babu ha ha negato di aver commesso illeciti: non è stato ancora incriminato e ha chiesto la libertà su cauzione, che sarà esaminata da un tribunale di Nuova Delhi il 19 gennaio.

Nel documento per la libertà provvisoria, visionato da Reuters, Babu afferma che il suo arresto è stato "illegale" e che non ha avuto alcun ruolo nella decisione di Pernod di estendere le garanzie aziendali.
Pernod Ricard India ha dichiarato che "continuerà a collaborare pienamente con le autorità indiane in questa vicenda". I documenti del tribunale non denunciano alcun illecito da parte di HSBC: la banca ha dichiarato all'agenzia di stampa di non poter commentare la questione, che è "oggetto di indagine da parte delle autorità".

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EFA News - European Food Agency
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