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CLARA MOSCHINI

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Italmercati: il 50% dei pescatori in crisi dopo la pandemia

Un mercato su tre ha visto peggiorare il volume d'affari rispetto all'anno precedente

Il caro energia continua a impattare sulla filiera dei mercati all'ingrosso in Italia, andando a colpire i 2.500 operatori attivi nel settore ittico e ortofrutticolo. L'83% dei mercati ittici e l'87% degli operatori dell'ortofrutticolo sostengono infatti di aver subìto importanti conseguenze in seguito all'impennata dei prezzi delle forniture energetiche. Sono alcuni dei dati che emergono dall'Osservatorio di Italmercati, la rete che riunisce i più importanti mercati all'ingrosso del Paese. Tra i fenomeni che hanno condizionato detti mercati, si collocano al primo posto il conflitto in Ucraina, l'aumento dei prezzi delle materie prime e del gasolio, il caro energia e la maggiore presenza di eventi climatici estremi. Questi ultimi influiscono in particolare modo sull'agroalimentare, settore di cui il 33% degli operatori dell'agroalimentare si dichiarano molto preoccupati dell'impatto contro il 16% dell'ittico.

Per quanto riguarda il settore ittico, un mercato su tre ha riscontrato un peggioramento del volume di affari rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Differenza che diventa ancora più marcata se si prende in considerazione il periodo pre-pandemia: il 50% degli intervistati ha riscontrato un calo delle vendite rispetto al 2019. I prodotti che sono andati incontro a una maggiore contrazione sono il cefalo, l'acciuga, la sardina, la seppia, la trota, l'orata, la spigola di allevamento e le mazzancolle. Il 40% delle imprese del settore agroalimentare prevede un calo ulteriore del volume di affari da qui a giugno 2023. Al contrario, sono cresciuti i quantitativi di vendita di pesce spada, palombo, cernia, dentice, ricciola, coda di rospo, molluschi bivalvi, cozze e calamari. Nonostante l'80% dei rispondenti all'indagine abbia dichiarato di aver registrato un notevole aumento dei prezzi, c'è chi vede con positività i prossimi mesi: secondo il 33,3% degli intervistati, il primo semestre del 2023 vedrà aumentare le vendite.

Quanto ai mercati della frutta e della verdura, anche qui è stato rilevato un peggioramento sia rispetto allo stesso mese del 2021 sia rispetto al periodo pre-Covid. Il trend, rilevato dalla maggioranza degli operatori, è causato tanto dal caro energia quanto dall'impatto dei cambiamenti climatici. Frutta esotica, zucchine, pomodoro, lattughe, agrumi, mele, carciofi e cavolfiori sono i prodotti che hanno registrato un calo delle vendite maggiore e ben il 40% degli intervistati pensa che i primi mesi del 2023 saranno caratterizzati da un trend decrescente. "L'impennata dei prezzi delle risorse energetiche e delle materie prime sta continuando ad avere senz'altro avuto un forte impatto sulle attività della maggior parte dei mercati all'ingrosso di tutta Italia", ha dichiarato il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini.

"In questa fase così delicata e cruciale per l'intero comparto, dobbiamo rimboccarci le maniche per superare definitivamente gli ostacoli lungo il cammino. Questo ci permetterà, nel breve periodo, di continuare a offrire prodotti freschi e sani ai consumatori, mentre, nel lungo periodo, di lavorare per non interrompere il percorso di trasformazione per rendere la filiera efficiente e digitalizzata.Il tutto non disperdendo le importantissime risorse del Pnrr", conclude.

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EFA News - European Food Agency
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