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Si riparla di mucca pazza

Nuovo caso in un allevamento in Olanda. Da verificare se si tratta di una BSE di tipo atipico o classico

Non se ne parlava ormai da anni. Fino a quando dall'Olanda non è emerso un nuovo caso di mucca pazza. Non si hanno al momento molti particolari, salvo che l'infezione è stata rinvenuta su un esemplare bovino morto in un allevamento presso una località olandese non precisata. La notizia è stata battuta ieri dall'agenzia di stampa Anp ma la scoperta risale a due giorni prima, ovvero al 30 gennaio. La fonte sarebbe il ministro olandese della Sanità, Piet Adema.

L'infezione è ora allo studio degli esperti di settore, per stabilire se si tratti di una cosiddetta Encefalopatia spongiforme bovina (BSE) di tipo atipico o classico, ovvero se è stata causata dalla vecchiaia dell’animale o se invece sia stata provocata da mangimi contaminati.

L'epidemia di 'mucca pazza', si diffuse in Europa negli anni '90, a partire dal Regno Unito. Si tratta di una malattia neurodegenerativa che ha come esito inevitabile la morte dell’animale infetto. Il morbo è in grado di creare dei veri e propri buchi nell’encefalo delle mucche, rendendolo simile nell’aspetto a una spugna (da qui l'aggettivo "spongiforme"). Il periodo di incubazione in un animale può durare dai tre ai cinque anni ed è completamente asintomatico. Il primo caso di BSE, in realtà, fu individuato nel Regno Unito nel 1986 (quindi dieci anni esatti prima dello scoppio della epidemia) in un allevamento nell’Hampshire, dove il laboratorio centrale di veterinaria di Weybridge fu messo in allarma da un animale caratterizzato da un quadro clinico preoccupante.

La diffusione del morbo della mucca pazza è stato ricollegato all’uso diffuso in Gran Bretagna delle farine di carne ma, in particolare, al processo di produzione delle farine stesse. Infatti per ottenerle si ricorreva a solventi potenzialmente pericolosi quando non addirittura cancerogeni. Il processo a base di solventi fu quindi sostituito con un processo a pressione, che però non permetteva di raggiungere temperature sufficienti a eliminare del tutto eventuali agenti patogeni, come invece erano in grado di fare i solventi.

Nonostante l'ondata di allarmismo che travolse il settore all'inizio degli anni 2000, a distanza di oltre 25 anni i casi sospetti di morte in tutta Europa ammontano a 207 persone, di cui oltre 160 solo in Uk.

La lavorazione delle carni bovine è ancora oggi soggetta a rigide procedure per impedire che parti del cervello e del midollo spinale degli animali possa finire nei prodotti venduti sul mercato.

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EFA News - European Food Agency
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