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Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

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Coop: nel 2022 recuperate oltre 5400 tonnellate di cibo

842 associazioni di volontariato coinvolge nel progetto "Buon fine"

Coop torna in campo contro lo spreco alimentare. A tale scopo è stata rilanciata la campagna "Buon fine", operativa ormai da vent'anni, recuperare prodotti alimentari altrimenti destinati a rifiuto e donarli a persone in difficoltà. In questo modo, nel 2022, sono state donate 5442 tonnellate di derrate alimentari – in grado di generare quasi 11 milioni di pasti – per un valore pari a quasi 30 milioni di euro. Ne hanno beneficiato 842 associazioni di volontariato in tutta Italia.

Tali donazioni vanno anche nella direzione della sostenibilità: secondo quanto riferisce una nota di Coop, che menziona dati di Legambiente, "il mancato conferimento in discarica di queste oltre 5 mila tonnellate di cibo trasformate in pasti, ha evitato l’emissione di circa 11.258 tonnellate di CO2, pari a quelle emesse da circa 1.250 auto che percorrono 30.000 km all’anno".

"Con “Buon Fine” - spiega ancora il comunicato - il cibo altrimenti invenduto arriva a coloro che vivono in stato di necessità attraverso una rete solidale composta dai dipendenti Coop, che organizzano e gestiscono le diverse fasi della donazione, e dai soci Coop che, a titolo volontario, si occupano delle relazioni con enti pubblici e associazioni. Assieme a questi anche le amministrazioni locali che supervisionano il processo di donazione e i soggetti donatari che ritirano i prodotti per assistere le persone bisognose". 

Al fianco di tutto questo, Coop propone da tempo anche “Mangiami subito”, un’altra misura di contrasto allo spreco alimentare, che consiste nella vendita di prodotti prossimi alla scadenza a prezzi scontati fino al 50% a fine giornata. Una pratica che nel 2022 ha permesso la vendita di oltre 40 milioni di euro di prodotti in scadenza, coinvolgendo 858 punti vendita.

Inoltre, al fine di ridurre sempre di più lo spreco alimentare, Coop dal 2022 ha accolto la normativa europea che permette per nuove categorie di cibi l’inserimento in etichetta del termine minimo di conservazione. Al posto quindi di una data di scadenza definita, viene indicata una data che una volta superata lascia a naso, occhi e bocca del consumatore la possibilità di valutare se un cibo è da buttare o da mangiare. Tutto segue rigorose norme sanitarie, ma questa possibilità ha esteso la vita di alcuni prodotti, permettendone quindi il recupero entro qualche giorno dalla eventuale scadenza.

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EFA News - European Food Agency
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