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Lombardia: filiera agroalimentare a un passo dalla vetta

Un giro d'affari di 3,8 mld euro, secondo una ricerca condotta presso le filiali Intesa San Paolo

Con oltre 3,8 miliardi di euro, la filiera agroalimentare lombarda è seconda in Europa e prima in Italia per valore aggiunto in agricoltura. Con 5,8 miliardi di euro è al primo posto in Italia anche per valore aggiunto nell’industria alimentare e delle bevande. Sono alcuni dei dati emersi durante il Food Summit Lombardia svoltosi a Pavia il 15 febbraio e organizzato da Gruppo Food con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

Da un'indagine condotta presso le filiali Intesa Sanpaolo dedicate all’agribusiness, nel corso del 2022, si stima una crescita di fatturato per le imprese agro-alimentari lombarde, in tutte le principali filiere. Tra queste, spiccano la coltivazione di riso (oltre il 40% del totale nazionale), e la zootecnia (circa la metà dei suini e un quarto dei bovini italiani sono allevati in questa regione). In Lombardia si contano 76 prodotti Dop/Igp e quattro distretti agro-alimentari monitorati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo che rappresentano le principali filiere della regione, ovvero lattiero caseario, riso, carni e salumi e vino.

L’export agro-alimentare della Lombardia è quasi raddoppiato dal 2008 ad oggi, passando da 4,5 miliardi a circa 8,2 nel 2021. Nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni lombarde della filiera sono cresciute del 19,1%, con ottimi risultati diffusi a tutti i mercati di sbocco, in particolare negli USA (+31%). Sul mercato interno, si va verso una normalizzazione post-Covid, per cui molte persone riprendono a consumare fuori casa e ad abbandonare alcune abitudini alimentari instaurate con i lockdown.

A oggi Intesa Sanpaolo ha già attivato nel comparto agro alimentare, 170 contratti di filiera che hanno coinvolto oltre 6.500 fornitori per un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro. “Il Programma Sviluppo Filiere di Intesa Sanpaolo è la conferma della nostra volontà di sostenere le eccellenze dei territori facilitando l’accesso al credito, in termini di condizioni e tempistiche – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile direzione agribusiness Intesa Sanpaolo –. Un’agevolazione a beneficio di tutti i fornitori strategici individuati dall’azienda capofiliera con cui la Banca sigla l’accordo con l’intento di estendere le migliori condizioni a tutti i soggetti del processo produttivo”.

Sempre dalla ricerca condotta presso le filiali Intesa Sanpaolo dedicate all’Agribusiness, emergono i principali fattori di rincaro, primo fra tutti il caro energia, seguito da quello delle materie prime e dei trasporti. In primo piano spicca anche il tema dei cambiamenti climatici e, in modo particolare, della siccità, che danneggia soprattutto il settore risicolo.

Per quanto riguarda le aspettative per il 2023, secondo Intesa Sanpaolo nella prima parte dell’anno attraverseremo una fase di rallentamento dell’economia mondiale e italiana, che dovrebbe tornare a crescere nel secondo e terzo trimestre dell'anno. Per quanto riguarda i costi energetici, la speranza è che le tensioni che hanno causato l’impennata inflattiva si attenuino. Un inflazione che si ripercuoterà soprattutto sulle famiglie meno abbienti.

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EFA News - European Food Agency
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